Il cinema sbarca a Locarno: quei mondi anni Novanta e un rodeo leggendario

Al Festival due titoli legati al Veneto: “Le bambine” e “Testa o croce?” Attesi “Legend of the happy worker” e il mito “Dracula”

La redazione

La Svizzera è zona franca, da un punto di vista non solo geopolitico ed economico, ma anche cinematografico, con la sua più importante manifestazione a livello mondiale, il Locarno Film Festival, che dal 1946 celebra la settima arte in ogni suo aspetto, scopre nuovi talenti e, soprattutto, guarda al futuro, proponendo opere caratterizzate dal piacere della libertà artistica, della sperimentazione linguistica, dell’approccio tematico scevro da dogmi istituzionali, sociali o culturali. Qui trovano accoglienza film audaci, trasgressivi e a tratti irriverenti, che incontrano un pubblico giovane e cosmopolita, desideroso di vedere tutto ciò che non vedrebbe in altri festival, pur inserito in un programma che annovera anche forme classiche, titoli storici restaurati e perfino una sezione per bambini.

La selezione

In tale contesto, il direttore artistico Giona A. Nazzaro, ha selezionato per l’edizione di quest’anno, al via da oggi al 16 agosto, anche due titoli legati al Veneto: Le bambine di Valentina e Nicole Bertani, unico film italiano in lizza per il Pardo d’oro nel Concorso internazionale, e Testa o croce? di Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis nella rassegna “Piazza Grande”. Il primo, prodotto da Emma Film, è stato in parte girato a Verona con il sostegno della Regione Veneto, Avepa e Veneto Film Commission, ed è ambientato alla fine degli anni Novanta.

Le bambine sono Linda, Azzurra e Marta, che insieme formano una banda per proteggersi l’un l’altra, e proteggere la loro giovinezza e la loro libertà. Sono circondate infatti da genitori egoisti con sogni fragili (tra cui il padre interpretato dall’attore veronese Matteo Martari), vicini pettegoli e una babysitter queer.

Testa o croce? invece annovera nel cast il trevigiano Mirko Artuso, assieme ad Alessandro Borghi, Nadia Tereszkiewicz e John C. Reilly, coinvolti in un leggendario rodeo dove, alla fine dell’Ottocento, si sfidano butteri italiani e cowboy americani. Dopo la première a Cannes, il film potrà godere della proiezione locarnese in piazza Grande, la più ampia “sala” all’aperto del mondo con 8mila posti e uno schermo gigantesco dove campeggeranno le sparatorie di questo western.

Occhi puntati da tutto il mondo per l’anteprima fuori concorso dell’ultimo film a cui ha lavorato David Lynch prima della sua morte, avvenuta il 16 gennaio a Los Angeles. ÈLegend of the happy worker girato da Duwayne Dunham, che accredita Lynch come produttore esecutivo in un sodalizio artistico di origini antiche. Dunham ha infatti collaborato con Lynch come montatore ai tempi di Velluto Blu (1986), passando per il capolavoro seriale I segreti di Twin Peaks (1990) e Cuore Selvaggio (1990).

Legend of the happy worker è una commedia umana dal sapore lynciano di Una storia vera (1999), con protagonista un uomo semplice, interpretato da Josh Whitehouse, che, trovandosi in una posizione di potere, fallisce e si redime, alla ricerca del senso della vita in un mondo imperfetto.

Torna Dracula

Tornando al concorso due sono le chicche bramate dai cinefili e destinate a far discutere: Dracula del cineasta romeno Radu Jude, una commedia sull’intelligenza artificiale di 170 minuti tutti girati con l’iPhone 15, e Mektoub, My Love: Canto Due di Abdellatif Kechiche, che continua il suo romanzo di formazione sull’aspirante regista Amin, protagonista dei due film precedenti Mektoub, My Love: Canto Uno (2017) e Mektoub, My Love: intermezzo (2019).

Fuori concorso

Nel concorso delle opere prime “Cineasti del presente”, l’Italia c’è con Gioia mia di Margherita Spampinato, che indaga il rapporto tra un bambino e una donna anziana costretti a passare l’estate insieme, come lo scontro tra modernità e passato, velocità e lentezza, mentre fuori concorso sono attesi il Vangelo di Giuda di Giulio Base, che ripercorre la storia di Gesù Cristo dal punto di vista del discepolo traditore, e Bobò di Pippo Delbono sulla vita di un uomo sordomuto, analfabeta e microcefalo, che il regista ha incontrato nel manicomio di Aversa.

Tra le sezioni collaterali troviamo Fabrizio Cattani, che presenta per Locarno Kids la sua favola sull’amicizia Io non ti lascio solo con Giorgio Pasotti e Valentina Cervi, e un collettivo formato da Gaetano Crivaro, Silvia Perra, Ferruccio Goia e Alberto Diana, che portano il documentario Nella colonia penale (situata in Sardegna) alla Settimana della critica. Ma il pubblico nono vivrà di sole proiezioni: pur trattandosi di un festival senza red carpet, Locarno non disdegna la sua quota Hollywood e si appresta ad accogliere Emma Thompson, Jackie Chan, Lucy Liu e Alexander Payne, premiati per il contributo portato al cinema nelle loro carriere e protagonisti di incontri gratuiti per i loro fans e non solo.

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