Cinema al cento per 100, ecco le nostre recensioni dei film in sala dal 5 dicembre

Arriva in sala il Leone d’oro di Venezia: “La stanza accanto” di Pedro Almodóvar. Miguel Gomes racconta in “Grand Tour” una fuga senza tempo nel sud est asiatico. Barbora Bobulova è la protagonista del dramma “Per il mio bene”. C’è anche il cinepanettone italo-americano con Danny De Vito

Marco Contino e Michele Gottardi
Il film "La stanza accanto"
Il film "La stanza accanto"

Dopo il Leone d’oro a Venezia, esce al cinema “La stanza accanto”, il primo film in lingua inglese di Pedro Almodóvar, con Julianne Moore e Tilda Swinton in stato di grazia, tra amicizia ed eutanasia.

È un viaggio magico, sospeso, senza tempo quello in cui Miguel Gomes sprofonda lo spettatore nel suo “Grand Tour”, premiato a Cannes per la miglior regia. La fuga di un uomo dalla sua promessa sposa nel sud est asiatico.

Mimmo Verdesca riflette sulla maternità nella sua opera d’esordio – Per il mio bene – interpretata da una intensa Barbara Bobulova.

“Ops! È già Natale” di Peter Chelsom è un cinepanettone in glassa italo-americana: con Danny De Vito e Andie MacDowell.

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LA STANZA ACCANTO

Regia: Pedro Almodóvar

Cast Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola

Durata: 107

 

Se Pedro Almodóvar per molti resta il regista di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” di più di 35 anni fa lo si deve non solo a quel tocco che lo rese famoso, dissacrante e autoironico a un tempo, ma un’analisi della società spagnola ed europea per lunghi tratti insuperata.

Ma negli ultimi anni Almodóvar ha assunto una vena narrativa molto più decadente, nella quale il tema della morte ha preso sempre più piede, fino a esplodere, potente e insieme delicato ne “La stanza accanto”, recente (e giusto) vincitore del Leone d’oro a Venezia 2024, che di crepuscolare ha tutto, dal tema dell’eutanasia ai colori di un autunno esistenziale, che tra interni raffinati e foliage esterno sembra voglia ribadire la scelta della protagonista.

Ingrid (Julianne Moore) e Martha (Tilda Swinton) erano care amiche da giovani, quando lavoravano per la stessa rivista.

Ingrid è poi diventata una scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre Martha è una reporter di guerra e, come spesso accade nella vita, si sono perse di vista. Non si sentono ormai da anni quando si rivedono in una circostanza estrema, ma stranamente dolce.

A New York per presentare il suo ultimo libro, Ingrid viene informata da un’amica comune che Martha sta lottando contro un tumore in un ospedale della Grande Mela, dove la scrittrice decide di andare a trovarla. I rapporti si riannodano in fretta al punto che Martha chiede a Ingrid di accompagnarla nell’ultimo viaggio consapevole verso la liberazione dal dolore e dalla malattia, nella casa nel bosco, pregandola di farle compagnia nella stanza accanto alla sua, fino al giorno in cui troverà la porta chiusa.

Film di rara intensità emotiva e insieme di cromatica raffinatezza, “La stanza accanto” parla di un tema ancora difficile come l’eutanasia, evitando la retorica del melò strappalacrime (che peraltro non sono facili da arginare comunque), cimentandosi per la prima volta con un film in inglese, nel quale i dialoghi pur rarefatti sono il trionfo di due attrici straordinarie che reggono sulle loro spalle un film imperdibile.

Piccola nota cinefila: le due amiche vanno a vedere assieme “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini, storia di un amore ritrovato, forse come il loro, e condividono assieme, oltre all’ilarità triste di Buster Keaton, “The Dead - Gente di Dublino” di John Huston, con la nevicata evocatrice del silenzio definitivo. (Michele Gottardi)

Voto: 7.5

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GRAND TOUR

Regia: Miguel Gomes

Cast: Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate, Cláudio da Silva, Lang-Khê Tran, Jorge Andrade

Durata: 129’

Il film "Grand Tour"
Il film "Grand Tour"

La sensazione, guardando “Grand Tour” di Miguel Gomes (Premio per la migliore regia all’ultimo Festival di Cannes e designato portoghese per la corsa all’Oscar), è quella di perdersi. Amando di farlo.

Come il protagonista del film, Edward, un funzionario dell’Impero britannico, di stanza in Birmania nel 1918, che, alla notizia dell’arrivo della di Molly, la sua promessa sposa, fugge attraverso il sud est asiatico: Singapore, Bangkok, Saigon, Osaka, Shanghai, fin nell’entroterra cinese, tra giungle, villaggi sperduti, treni deragliati e pescherecci clandestini.

Molly (incantevole e buffa la sua risata) non demorde: lo insegue e, da occidentale, si immerge in luoghi e culture lontani, vivendo, come Edward, una esperienza senza tempo, fluttuando come in un sogno in bianco e nero, incastonato di sequenze che alludono al documentario etnografico, a testimonianze a colori di vita quotidiana, alle coreografie del teatro e degli spettacoli di tradizione orientale e ad un naturalismo magnetico che, anche quando è selvaggio, ha quasi sempre qualcosa che richiama l’accudimento.

“Grand Tour” è un viaggio estatico in cui il tempo e lo spazio si dilatano, diventano mistero e scoperta di dimensioni e sensazioni altre, e la fuga un mezzo di conoscenza e di libertà che, in fondo, è la meta degli stessi amanti.

Gomes gira in 16 mm, adagiando la finzione nella memoria di un cinema muto con dissolvenze ad anello, fotografia sgranata, dagherrotipi in movimento che rincorrono immagini a colori, karaoke improvvisati, la lentezza del Mekong. Un film magico (come il suo finale) in cui, se si accetta di entrare, diventa meraviglioso perdersi. (Marco Contino)

Voto: 7,5

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PER IL MIO BENE

Regia: Mimmo Verdesca

Cast: Barbora Bobulova, Marie-Christine Barrault, Stefania Sandrelli, Leo Gullotta

Durata: 100’

Il film "Per il mio bene"
Il film "Per il mio bene"

Autore di “Alida”, il bel documentario sulla vita della Valli, Mimmo Verdesca esordisce come regista di un lungometraggio con questo “Per il mio bene”, che tratta di maternità negate e recuperate in extremis.

Giovanna (Barbora Bobulova), è una donna forte, autonoma, guida l’azienda di famiglia e cresce da sola una figlia adolescente, quando scopre di avere una grave malattia al fegato.

Serve un donatore come la madre (Stefania Sandrelli), che però, scopre, non è quella biologica, perché è stata adottata e nessuno ha mai avuto il coraggio di dirglielo. Così si mette in cerca della sua vera madre, ma burocrazia difficile e carattere ostile della madre (Marie-Christine Barrault) non le facilitano la ricerca.

Film intimista che non nega qualche concessione al sentimento, “Per il mio bene” cresce con lo scorrere dei minuti, abbandonando uno stile iniziale un po’ troppo televisivo, a favore di uno spessore drammatico che si irrobustisce grazie alle due protagoniste, in un film molto femminile, piccola parte di Leo Gullotta esclusa, ma che non si abbandona a esiti facilmente melò.

Molto brave le due interpreti, ma tutto il film è dignitosamente asciutto, nel mostrare una donna abituata a non aver bisogno di nessuno che di colpo si trova a dover dipendere dagli altri. (Michele Gottardi)

Voto: 6

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OPS! È GIÀ NATALE

Regia: Peter Chelsom

Cast: Danny De Vito, Andie MacDowell, Wilmer Valderrama, Lucy De Vito, Antonella Rose

Durata: 92’

Anche gli americani vogliono il cinepanettone. In versione edulcorata e favolistica, naturalmente, ma dietro, guarda caso, c’è sempre Neri Parenti. Che due anni fa, aveva scritto, insieme a Francesco Patierno, la sceneggiatura di “Improvvisamente Natale”, storia di una bambina che, per superare il trauma della separazione dei genitori, convince il nonno, proprietario di un albergo a Cortina, a trascorrere un ultimo Natale in famiglia come ai bei tempi, anche se è … pieno Ferragosto.

Due anni dopo, lo stesso produttore, Notorious Pictures, ne ha voluto realizzare una versione a stelle e strisce, presentata alla Festa del Cinema di Roma. Si intitola “Ops! È già Natale”. Dirige Peter Chelsom (“Serendipity” e “Shall We Dance?”), scrive, appunto, Neri Parenti (insieme ad uno stuolo di altri sceneggiatori). La trama è la stessa e, così, anche l’ambientazione.

Il film, infatti, prodotto con il contributo della Regione del Veneto e con il sostegno della Veneto Film Commission (come era stato per “Improvvisamente Natale”), è stato girato interamente in Cadore. L’albergo, decorato con ghirlande, luci e folletti in piena estate, è il Park Hotel Des Dolomites di Borca di Cadore.

Si riconoscono, poi, il Villaggio Eni, gli interni del Museo delle tradizioni popolari di San Vito, Cortina e, naturalmente, i grandi paesaggi: Fiames, Lago di Pianozes, Passo Giau, 5 Torri, Tofane. Nel cast due autentici fuoriclasse: Danny De Vito (il nonno materno) e Andie MacDowell (la nonna paterna).

L’attrice di “Quattro matrimoni e un funerale” è decisamente la più in forma: spassose le sequenze delle istruzioni di tiro con l’arco con un bollente istruttore latino e quella in aeroporto con la polizia di frontiera che sospetta che nelle decorazioni natalizie fuori stagione la donna nasconda della droga.

Insomma, una favola di Natale, con crisi matrimoniali vecchie e nuove, un prete (interpretato da Francesco Salvi) un po’ spione, un cucciolo di Labrador smarrito, fiocchi di neve di sapone e, persino, la processione del panettone.

Anzi, del “cinepanettone”, con la glassa che piace tanto agli americani. (Marco Contino)

Voto: 5

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