Camilleri, i dialoghi inediti con De Filippo: riflessioni su politica, scienza ed etica

Esce Di pianeti e di uomini, nuova edizione arricchita dei colloqui fra Andrea Camilleri e Francesco De Filippo. Anteprima alla libreria Lovat di Trieste il 5 settembre, poi a Pordenonelegge

 

Margherita Reguitti

«Da quando non ci vedo più, vedo le cose assai più chiaramente»: con questo esergo si dichiara Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925-Roma, 2019) in Di pianeti e di uomini in dialogo con Francesco De Filippo (Castelvecchi, pp. 130, euro 16). Una frase tratta dal suo testo teatrale dedicato all’indovino di Tebe Tiresia, figura centrale della mitologia greca, uscito pochi mesi prima della sua morte. La cecità che fa vedere, un ossimoro opposto allo sguardo che non rivela.

Di pianeti e di uomini è una conversazione fra il maestro e il giornalista-scrittore, che oggi dirige la sede Ansa di Trieste, dialoghi sinceri, a ruota libera e lunghi nel tempo. Sono pensieri scambiati in confidenza su temi importanti: la guerra, l’intelligenza artificiale, la politica, dalla Russia di Putin a Israele di Netanyahu, Hamas e il terrorismo, la filosofia e il capitalismo speculativo, la sua Sicilia e la mafia.

Conversazioni, in parte pubblicate tempo addietro che restano attuali, alle quali sono state aggiunte pagine di dialoghi inediti scambiati poco prima della sua scomparsa: il grande intellettuale, scrittore colto e raffinato, dalle sconfinate conoscenze e passioni, ama parlare di politica e arte, della fisica quantistica di Werner Karl Heisenberg. Il padre del celeberrimo Montalbano, parla di sé, rivelandosi senza reticenze. «Il primo libro – spiega Francesco De Filippo – era uscito nel 2014, questa nuova edizione lo amplia e arricchisce. Sono pensieri e flessioni frutto di una serie di incontri in cui, guidati dalla vastissima cultura di Camilleri, divaghiamo dalla politica alla letteratura, dall’arte alla filosofia, con la semplicità, la naturalezza e l’umiltà che gli erano proprie. Tanti suggerimenti per affilare il nostro spirito critico».

Riletto oggi, se ne scopre l’attualità di fatti e personaggi.

«Ho riflettuto – puntualizza De Filippo – sulla banalizzazione e semplificazione del pensiero di un grande, che io considero al pari di Borges, dalla visione non organica indipendente, un uomo libero. Critico verso Berlusconi ma anche verso la sinistra che definiva mantello di Arlecchino».

Ma cosa temeva di più Camilleri del futuro, la scienza o l’economia? «Vedeva il diffondersi di un capitalismo selvaggio – risponde l’autore – speculativo, associato e non individuale».

Chi era Camilleri? «Un uomo etico nella visione politica e sociale, oltre le bandiere politiche, dunque un intellettuale scomodo non solo il geniale creatore di storie e avventure di un personaggio come il commissario di Vigata, trasversale, punto di incontro fra la cosiddetta cultura alta e bassa». Tradotto in oltre 120 lingue, Camilleri è uno degli autori italiani più conosciuti al mondo.

Fra le tante domande delle pagine che evocano la lenta incisività della sua voce roca, come ipotizzare una distribuzione più equa della ricchezza al momento nelle mani del 10/20 percento della popolazione mondiale, mentre la restante parte vive al di sotto della soglia di povertà: «Tornare – spiegava Camilleri – a quella sorta di capitalismo illuminato che qualche decennio fa permise alcune riforme, oppure restare fermi sulle posizioni fino a quando questi ricchi non verranno travolti».

L’intellettuale visionario non temeva il contraccolpo né dell’intelligenza artificiale né della robotica: «Questa prospettiva non mi spaventa. Uno Stato che abbia saputo prepararsi a un evento come quello di cui stiamo parlando potrebbe installare robot nelle proprie industrie immaginando che questo causerà la perdita di occupati. Bene, gli androidi non percepiscono stipendio, dunque si può stabilire che i disoccupati vengano pagati lo stesso ma facendo qualcosa per il bene di tutti». Affrontati anche i temi legati alle risorse naturali. «Io non so quanto possano durare. Prendiamo ad esempio il prodotto carta, realizzato dagli alberi e della deforestazione in corso da tempo in Amazzonia, polmoni respiranti del pianeta attaccati dalla tisi». Il rapporto fra De Filippo e Camilleri è stato strettissimo per oltre vent’anni. Il libro ha anche l’obiettivo di portare in superficie il tanto altro presente nella sua ampia produzione di scrittura anche per la televisione, il cinema e teatro, un punto di partenza per riportarla al centro di una più attenta lettura.

L’opera sarà presentata in anteprima regionale il 5 settembre alle 18 alla libreria Lovat di Trieste. A seguire giovedì 18 alle 18.30 è previsto l’incontro con il pubblico di Pordenonelegge, palazzo della Camera di Commercio. In entrambi gli appuntamenti lo scrittore e giornalista Francesco De Filippo dialogherà con il collega Pietro Spirito.

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