Una graphic novel per l’ultimo atto di “Oltreconfine Ungaretti”

I due ragazzi protagonisti: lui, un soldato senza nome né appartenenza; lei che incarna la società civile

Luigi Murciano
La copertina: i giovani protagonisti de “il tempo che ci è rimasto ancora"
La copertina: i giovani protagonisti de “il tempo che ci è rimasto ancora"

Dopo le passeggiate teatrali della scorsa estate nell’Isontino, il progetto Oltreconfine Ungaretti arriva all’atto finale con la presentazione della graphic novel “Il tempo che ci è rimasto ancora”, curata dall’illustratrice Simona Dell’Orto. Una conclusione che lascia un segno tangibile e condiviso di un percorso nella memoria collettiva durato quasi un anno.

Gli appuntamenti

Il tempo che ci è rimasto ancora verrà presentata a Nova Gorica lunedì alle 18 alla biblioteca Franceta Bevka, Trg Edvarda e a Sagrado (Gorizia) il 16 ottobre alle 18.30 alla sala polifunzionale.

Durante gli incontri sarà proiettato un video, con alcune tavole della graphic novel, realizzato dal musicista Franco Feruglio, che ne ha curato anche la parte musicale. Simona Dell’Orto illustrerà la sua opera, mentre il direttore artistico di Oltreconfine Ungaretti Francesco Accomando e la docente Tjaša Ruzzier leggeranno alcune poesie in italiano e sloveno.

 I protagonisti: lui il soldato universale, lei la società civile

Il tempo che ci è rimasto ancora nasce nell’ambito di Oltreconfine Ungaretti, atto conclusivo di un progetto che ha voluto indagare la figura dell’uomo-poeta al di là della narrazione nota. Si tratta di un ulteriore “andare oltre”, uno spogliare la Storia dei sui connotati riconoscibili per restituire momenti che sono stati comuni a chiunque - civile o militare - abbia vissuto o viva tuttora la tragedia di una guerra. Per questa ragione, nell’opera di Simona Dell’Orto il protagonista, il soldato, non ha nome né dettagli che possano indicare la sua appartenenza a un determinato esercito: è semplicemente “un soldato”, una figura universale. Lo stesso per l’altra protagonista, la ragazza, alter-ego e incarnazione di tutta la società civile.

Nel procedere speculare della loro giornata, la quotidianità ha qualcosa di distorto, sia per l’uno - costretto in trincea - sia per l’altra, in un villaggio la cui vita e i cui consueti gesti sono nuovi, cambiati, adattati alla contingenza, falsati dal filtro invisibile ma potentissimo del conflitto. È una giornata qualsiasi ma in uno stato alterato della realtà, una dimensione parallela scandita da nuovi ritmi, nuove routine, a tempo indeterminato. E “quanto tempo resta ancora” non si sa.

La poesia come linguaggio universale

«Da qui nasce l’esigenza stilistica dell’assenza del colore e del ricorso al bianco e nero, con poche tonalità di grigio – spiega Dell’Orto - Una desaturazione della realtà che vuole anche suggerire l’essenzialità della poesia. Proprio la poesia infatti attraversa le tavole, a sprazzi, a versi volutamente estrapolati dal loro contesto come strappati alle loro vite ordinarie sono state le migliaia di civili e soldati, vittime incolpevoli di un disegno più grande senza senso». La lingua della poesia offre allora la voce perfetta a questo scarto tra l’assurdo e il tragico, che mai esala il suo ultimo respiro, che tuttora imperversa violento e drammatico in altre parti del mondo.

La voce poetica non è solo quella ungarettiana ma anche quella di poeti e poetesse sloveni, perché le lingue possono anche essere diverse, ma il linguaggio poetico è universale e attraversa lo spazio e il tempo con immutata forza, con il potere ineguagliabile dell’evocazione.

Chi è l’illustratrice Simona dell’Orto

Simona dell’Orto lavora e vive a Civitanova Marche. È specializzata nei prodotti per l’infanzia di narrativa, di scolastica, activity in genere, di educational, di giochi e gadget. Utilizza e interpreta le style guide rappresentanti brand internazionali come Masha e Orso, Peppa Pig, Barbie, Disney, Mattel, Hello Kitty. Progetta e realizza lavori originali di style guide ad hoc e immagini coordinate editoriali o di prodotti. Ha esperienza di progettazione a 360 gradi in diversi ambiti: moda, cibo, industria, turismo. —

 

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