Unabomber, reperti contaminati da due persone: nomi da desecretare

Acquisita la super-perizia: sono 63 le persone il cui Dna è stato incluso nella comparazione, tra cui gli 11 indagati

Piero Tallandini
La Gip di Trieste Flavia Mangiante. Foto Lasorte
La Gip di Trieste Flavia Mangiante. Foto Lasorte

È stata acquisita nel corso dell’udienza davanti al Gip di Trieste Flavia Mangiante la super perizia con le analisi genetiche che esclude la corrispondenza con il Dna degli indagati nella nuova tranche dell’inchiesta su Unabomber per gli attentati compiuti dal 1994 al 1996 e dal 2000 al 2006 nelle province di Pordenone, Udine, Treviso e Venezia.

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Il colpo di scena

Udienza che ha riservato un colpo di scena: la richiesta, da parte degli avvocati difensori, di conoscere i nominativi di due soggetti che risultano aver contaminato – in modo, lo si dà per scontato, non doloso – alcuni dei reperti.

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Si tratta di alcuni dei peli rinvenuti sui reperti che, in seguito al lavoro di comparazione genetico, sono stati attribuiti a due soggetti, appartenenti alle forze dell’ordine e che non sono l’attentatore: si suppone che le loro tracce genetiche siano state lasciate inavvertitamente sui reperti, verosimilmente già all’epoca del loro ritrovamento. I nomi erano stati tenuti segreti per ragioni di privacy e non comunicati alle parti.

Gli avvocati difensori hanno quindi chiesto che venissero desecretati e il Gip ha accolto l’istanza. I periti comunicheranno i nomi nei prossimi giorni.

L’archiviazione

A quel punto la Procura potrà procedere con l’ormai scontata richiesta di archiviazione. È emerso oggi che sono 63 in tutto le persone il cui Dna è stato incluso nel lavoro di comparazione, tra cui gli 11 indagati.+

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L’udienza

L’udienza, durata tre ore, è stata dedicata all’esame dell’esito della perizia, di oltre 10 mila pagine, che era stata affidata a Giampietro Lago, ex comandante del Ris di Parma, ed Elena Pilli. Almeno cinque i profili genetici trovati sui reperti analizzati, ma, come detto, è stata esclusa la corrispondenza con il Dna degli 11 indagati, tra cui l'ingegnere di Azzano Decimo Elvo Zornitta, principale sospettato nella prima inchiesta Unabomber.

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“Già all’inizio avevo sostenuto che c’era stata una contaminazione dei reperti, voglio sapere chi li ha contaminati e poi trarre le mie conclusioni a tutti gli effetti di legge - ha dichiarato al termine dell’udienza l’avvocato Maurizio Paniz, che assieme al collega Paolo Dell'Agnolo difende Zornitta -. Ora questa è una vicenda che andrà nel dimenticatoio e speriamo che l’esito possa ridare a Zornitta, che ha sofferto ingiustamente così tanto, un minimo di serenità”.

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L’esito della perizia è stato esaminato alla presenza dei consulenti e dei legali degli indagati, tra i quali anche gli avvocati Leopoldo Da Ros e Alessandra Devetag, mentre per la parte offesa Greta Momesso c’era l’avvocato Lucrezia Chermaz.

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