Bianca Casagrande: più di un secolo di vita, aspettando di sapere chi ha ucciso sua sorella

La sorella Sandra, pasticciera a Roncade (Treviso), fu uccisa nel 1991, il colpevole mai trovato. Il cold case ricostruito nella collana «True Crime a Nordest» 

Federico De Wolanski
Il Patriarca di Venezia Moraglia con Bianca Casagrande in una foto d'archivio
Il Patriarca di Venezia Moraglia con Bianca Casagrande in una foto d'archivio

Oltre trent’anni  chiedendo un nome, quello dell’assassino di sua sorella Sandra. Un nome che non c’è’, che forse nessuno più cerca se non lei, Bianca Casagrande, sorella di Sandra, la “pasticcera di Roncade” uccisa a 44 anni con venti coltellate, all’interno del suo negozio sotto ai portici di via Roma nel 1991.

Bianca Casagrande, ha spento ben 100 candeline e l’ha fatto tornando a ribadire l’appello: «Voglio sapere la verità sulla morte di Sandra». Residente a Quarto d’Altino ma originaria di Casale sul Sile, Bianca ha lottato con tutte le sue forze per conoscere l’omicida della sua amatissima sorella.

«Prima di andarmene da questa terra vorrei tanto vedere chi la ha uccisa», ribadisce. Dieci anni fa lo ha ripetuto anche al patriarca di Venezia Francesco Moraglia, e prima di lui ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a Papa Francesco, all’ex ministro della Giustizia Paola Severino, all’ex premier Matteo Renzi. Ma l’assassino non ha ancora un nome e un volto.

Sandra, la pasticciera accoltellata nel suo negozio: da 34 anni il killer è senza nome
Rubina BonRubina Bon

Il caso è stato aperto nel 1991, poi chiuso, quindi riaperto nel 2009 e richiuso. Secondo gli investigatori, a uccidere Sandra Casagrande era stato un uomo, tenuto conto della violenza e della forza dei colpi inferti alla donna, oggetto d’attenzione di molti dopo essere rimasta vedova undici anni prima di morire. Nel giugno 2009 la Procura aveva riaperto il caso, avendo in mano il profilo genetico dell’assassino trovato su alcune banconote al distributore Agip di Biancade. Sembrava una svolta, invece ancora una volta sul caso è tornato a calare il sipario.

Del caso si è occupata nel tempo e a lungo anche la trasmissione “Chi l’ha visto” che nel 2010 fece sentire una telefonata anonima arrivata in redazione: «Conosco molto bene l’assassino, ma voglio restare anonimo. È un uomo in divisa, che molestava continuamente la Sandra, lo sapevano tutti». Molti puntarono il dito del sospetto verso l’ex comandante dei carabinieri di Roncade di allora: Giuseppe Gentile. Ma fu proprio lui a intervenire poco dopo quelle parole: «Qualora la magistratura lo richiedesse, sarei pronto a sottopormi al test del Dna».

Avvertenza. Questo articolo (sopra) è stato pubblicato l’ottobre 2024 sui quotidiani veneto del gruppo Nem, in occasione dei cento anni di Bianca Casagrande. Lo riproponiamo perché la denuncia sociale resta tuttora valida, e la ricerca della verità non può né deve fermarsi.

Obiettivo Cold Case: esce il secondo volume della collana «True Crime a Nordest»
La redazione

 

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