Trionfa una dinastia dalla mentalità internazionale
Il successo europeo è solo la punta di un iceberg costruito su basi solide: continuità tecnica rara nel volley moderno, una gestione manageriale lungimirante e una forte identità territoriale


Il Grande Slam di Conegliano, mai riuscito a un clab italiano, è una notizia straordinaria per il volley mondiale, con almeno 3 temi che rendono eccezionale la storia dell’Antonio Carraro Prosecco Doc.
Il primo è prettamente sportivo. In un volley che cambia sestetti alla velocità della luce a Conegliano la continuità tecnica è l’ingrediente principale: Daniele Santarelli è in panchina dal 2015, Monica De Gennaro libero dal 2013, Asia Wolosz regista dal 2017.
I ruoli chiave hanno una anzianità di servizio media di 10 anni, senza tacere dei 5 anni di Sarah Fahr, centrale, arrivata nel 2020. Questo successo, diciamolo, ha più valore di quello del Vakifbank Istanbul 2017-18 proprio perché fatto da un club italiano, che gioca nel campionato più difficile e probante del volley femminile mondiale, dove è facile ad un certo punto della stagione perdersi fisicamente. Grande merito quindi a chi questa stagione perfetta l’ha pianificata nei dettagli.

Il secondo aspetto da sottolineare è manageriale e imprenditoriale. A Conegliano il club ha investito nelle strutture, si è patrimonializzato, ha messo a fattore comune tutte quelle specificità extra campo che permettono di usare il termine programmazione non solo come slogan. In Italia è cosa rara, nel volley unica.
Il terzo è di tipo identitario, ed è forse il più importante dei tre. Prosecco Doc ha voluto “firmare” questo successo diventando main sponsor anche nelle partite europee per togliere ogni dubbio sull’identità di questa dinastia. A differenza di molti club di campanile Conegliano è riuscita, nel volley, a creare una realtà che pur non provenendo da un capoluogo di provincia è capace di rappresentare un territorio ed attrarre un pubblico non solo nordestino ma internazionale in tutto e per tutto.
Il seguito, la gente, il bacino d’utenza, non sono dettagli se si vogliono fare imprese di questo tipo e ripetersi nel tempo nello sport professionistico.
E questo ci aiuta infine a dire una cosa che forse potrebbe sembrare in controtendenza. La vittoria di Conegliano non è la vittoria del volley italiano, ma quella di un grande club dalla mentalità internazionale, qualcosa che va ben oltre.
Il volley italiano vince quando vince la nazionale, la quale rappresenta una tradizione sportiva e un fatto generazionale.
Qui stiamo parlando di un professionismo che va ben oltre, perché lo sport dei club è altro da quello delle nazionali e da un punto di vista squisitamente tecnico sta su un gradino superiore, sul quale si è issato questo club originale e ad oggi inarrivabile sotto molti punti di vista.
Riproduzione riservata © il Nord Est