Gli occhi lucidi per la delusione: la Supercoppa di Vicario, sconfitto a casa sua

Il numero uno degli Spurs ha giocato davanti ai genitori e a venti amici. La serata era iniziata per il meglio, salvo poi trasformarsi in un incubo

Pietro Oleotto
Serata da incubo per l’udinese Guglielmo Vicario
Serata da incubo per l’udinese Guglielmo Vicario

Batticuore nella notte di Udine mentre la Supercoppa gli sfugge dalle mani all’ultimo rigore di una lotteria che non meritava di vivere. Batticuore che assaggia già alle 20.07. «Vi-ca-rio, Vi-ca-rio, Vi-cario». La Curva Nord non è quella che aveva imparato a conoscere quando era un ragazzino e solo un tifoso dell’Udinese, ma i tifosi del Tottenham “ospiti” allo Stadio Friuli scaldano l’anima di Guglielmo al primo passo sull’erba.

Cori di quello che non è il capitano del Tottenham, ma che per l’occasione ha davvero gli occhi di tutti addosso. Tifosi, ma anche amici e parenti. Papà Michele e mamma Monica sono in uno dei box in tribuna. «È la partita del destino», dice Vicario senior prima di raggiungere la postazione. Garantisce sulla tranquillità del rampollo: «A questi livelli la testa fa sempre la differenza». E Guglielmo è uno di quelli che ce l’ha sulle spalle. Dentro, però, ci immaginiamo una tempesta di sentimenti. L’avvicinamento per Vicario è stato relativamente placido. Con tanto di footing di prima mattina consigliato ai compagni in quel di Buttrio, nel ritiro de “Le Fucine”, per distendere i nervi e non sfidare la calura.

Poi l’arrivo allo stadio, dove aveva la propria claque, venti amici ai quali Guglielmo ha assicurato un prezioso tagliando. Li ha voluti vicini in una notte che per lui è cominciata dopo pochi secondi: calcio d’inizio degli Spurs e pallone al portiere che lancia lungo verso Richarlison. La partita si snoda senza proporre pericoli per la porta del Tottenham che, per contro, sblocca il risultato dopo 39’. La Nord esplode alle spalle di Vicario che il pallone lo vede solo dopo pochi minuti, andando a raccoglierlo dopo un tiro dei parigini finito sul fondo: la sua maschera racconta tutto. È quasi irriconoscibile, i lineamenti trasformati dalla gioia infinita che si mescola alla massima concentrazione. Non si scioglie neppure quando Romero raddoppia sfruttando una papera del collega Chevalier. E ha ragione da vendere, visto che al minuto 85 il Paris accorcia. Guglielmo si rialza e usa ancora le mani per parlare alla squadra, all’italiana: «Calma». Ma non lo ascoltano, tanto che in pieno recupero un Tottenham terrorizzato subisce il pareggio.

Rigori. E la gioia si trasforma in un incubo. Il Psg fallisce il primo rigore, Guglielmo urla verso la sua Nord, ma poi gli Spurs ne sbagliano due, mentre i tentacoli di Vicario non riescono a fermare i parigini. Game over, con gli occhi lucidi, seduto sull’erba di casa sua. 

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