Il personal trainer è ipovedente: «Così la palestra è stata il mio riscatto»

La storia del trevigiano Thomas Peruzzo. Un tumore da piccolo gli ha lesionato i nervi ottici, a 15 anni l’intuizione dei pesi in palestra. Il percorso da agonista, il nuovo dramma e la scoperta di una professione piena di soddisfazioni

Elena Grassi
Thomas Peruzzo in palestra
Thomas Peruzzo in palestra

«Adesso il mio scopo nella vita è aiutare gli altri a raggiungere i propri obiettivi». È questo il finale limpido e altruistico della parabola drammatica ma piena di speranza di Thomas Peruzzo, 24 anni, personal trainer ipovedente trevigiano, che ha saputo trasformare la sua disabilità in un punto di forza per la sua vita e quella degli altri.

Il dramma nell’infanzia

«Alla nascita secondo i dottori ci vedevo bene – racconta Peruzzo – ma nel 2007, quando avevo sei anni, un tumore all’encefalo mi ha lesionato i nervi ottici. Ho subito un’importante operazione per asportare la massa, mi hanno letteralmente aperto la testa dall’ultima vertebra al centro, e ne sono uscito ventesimista, ovvero con solo un ventesimo di vista».

Siamo a Campiglia Marittima, perché il padre Mauro Peruzzo, da Conegliano si era trasferito in Toscana per amore di Monica, mamma di Thomas e della sorella maggiore Giulia. Segue un periodo complicato per il piccolo, che l’anno successivo al primo intervento si è sottoposto a 30 sedute di radioterapia e nel 2009, all’età di otto anni, ha subito una seconda operazione di dieci ore.

Adolescenza difficile

«Da bambino ti adatti – continua Peruzzo – ma quando è arrivata l’adolescenza mi sono reso conto che non potevo fare la vita dei miei coetanei, come andare in motorino o giocare a calcio, che mi sarebbe piaciuto moltissimo. Tuttavia non mi sono mai dato per vinto, cercando sempre di migliorare me stesso, quindi a 15 anni ho cominciato ad allenarmi in palestra, l’unica attività sportiva che mi era concessa, una sorta di ripiego, ma cosa potevo fare? Concentrarmi e andare avanti».

La passione per la palestra

Gli attrezzi però conquistano il ragazzo che si appassiona sempre di più, tanto che durante la pandemia riesce a costruirsi una palestra nel garage con l’aiuto del padre, per continuare ad allenarsi senza uscire di casa, come prescritto dall’emergenza sanitaria in corso.

Peruzzo con un cliente
Peruzzo con un cliente

Intanto si diploma al liceo delle scienze umane e comincia con un personal trainer un percorso di agonismo nell’ambito della Men’s Physique, una disciplina del Body Building. «Era un momento meraviglioso, mi allenavo alle 5 del mattino a zero gradi – ricorda Peruzzo – sognavo di prepararmi alle gare per il 2024».

Il nuovo dramma

La vita, però, ha messo un altro scoglio sul cammino di Thomas. «Nel 2021, secondo i medici a causa della radioterapia e forse anche del sovraccarico allenante, si rompe una ciste tumorale con un versamento sulla messa a fuoco – racconta ancora il giovane trevigiano – Sono diventato trentesimista, non ci vedevo quasi più, ero costretto ad andare a braccetto con mio papà e ho avuto un crollo. A vent’anni mi sono chiesto: che cosa ci sto a fare al mondo? Dopo un ulteriore ricovero e una cura di cortisone torno a essere ventesimista, ma devo affrontare la dura realtà; non avrei più potuto allenarmi per gareggiare, avevo perso da un giorno all’altro quello che era il mio obiettivo», racconta Thomas.

La nuova vita

Ma ancora una volta il ragazzo, diventato ormai uomo, trova la strada per uscirne, studia per diventare personal trainer e ottiene tre certificazioni Coni per esercitare la professione.

«E da qui ho pensato di trasferirmi con mia sorella a Treviso, dove ho tutti i parenti di mio padre – chiude Peruzzo – sono arrivato tre anni fa, ho lavorato come impiegato, mi sono rimboccato le maniche e da sei mesi ho aperto il mio studio di personal training in Fonderia, l’ho chiamato “North Star” ovvero stella polare, punto di riferimento per gli avventurieri della vita, come me. Ora mi sento come una guida per chi arriva, trasmetto il valore della costanza, dell’impegno, del porsi un obiettivo, che serve a essere persone migliori, non solo nello sport: è ciò che riesco a dare, il mio sogno realizzato».

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