Nicolò “Pieroad” come Forrest Gump: «Così chiuderò a Trieste il giro del mondo a piedi»

Guarrera sta risalendo i Balcani e l’arrivo in città è atteso il 31 agosto. «I momenti più difficili l’attraversamento dell’Atlantico e dell’Outback»

 

Micol Brusaferro
Nicolò Guarrera, molto popolare con il nome di Pieroad sui social, durante il suo giro del mondo a piedi: qui in Australia
Nicolò Guarrera, molto popolare con il nome di Pieroad sui social, durante il suo giro del mondo a piedi: qui in Australia

È un novello Forrest Gump. Ha macinato migliaia di chilometri, sempre camminando, e concluderà il suo giro del mondo a piedi a Trieste, rientrando in Italia dopo cinque anni dall’inizio della sua impresa.

È la storia di Nicolò Guarrera, molto popolare con il nome di Pieroad sui social, dove ha documentato un’avventura che l’ha visto attraversare scenari di tutti i tipi, da infiniti altipiani a impegnative montagne, passando per boschi, grandi città e paesetti sperduti, sempre raccontati con video e foto.

Una narrazione seguita da quasi 400 mila follower, che si sono appassionati nel tempo all’itinerario in solitaria.

In questi giorni Nicolò sta risalendo i Balcani e prevede di arrivare a Trieste il 31 agosto. Sarà il rientro ufficiale in Italia per la prima volta dopo aver lasciato tutto nel 2020 dove viveva, in provincia di Vicenza, per affrontare un viaggio contando solo sulle sue forze. E su un carrellino, chiamato Ezio, con lo stretto necessario.

Nel corso degli anni ha dormito quasi sempre in tenda, ma anche in rifugi di fortuna, aiutato da tante persone che ha incontrato sul suo cammino e grazie alla generosità di sponsor e supporter che hanno finanziato il suo tour.

Nicolò “Pieroad” in Turchia
Nicolò “Pieroad” in Turchia

Ma come è iniziato tutto? «A 24 anni stavo finendo l’università – racconta – e mi sono chiesto: se la mia vita fosse un’opera d’arte andrei a vederla? Ho risposto di no, non era bella né aveva storie particolari da raccontare. Allora mi sono detto: “vado a raccogliere storie e a creare la mia”, e nel mentre cerco di capire cosa significhi vivere una vita bella. Per poi viverla. Ho scelto di farlo a piedi perché volevo che la lentezza fosse la chiave di lettura di incontri, spostamenti e, in generale, di questa scelta».

Un lungo percorso, quello affrontato finora, dove Nicolò ha incontrato tante persone che hanno condiviso con lui un pasto o una chiacchierata, e dove ha toccato posti straordinari in tutto il globo. Un viaggio affascinante ma non privo di ostacoli. «I momenti più difficili – ricorda – sono stati l’attraversamento dell’Atlantico e dell’Outback, per l’isolamento. Ma anche l’idea per il suo opposto, il caos totale».

Nicolò “Pieroad” durante il suo viaggio
Nicolò “Pieroad” durante il suo viaggio

Nicolò ha pensato inizialmente a una strada da seguire ma poi l’itinerario «è cambiato parecchie volte – ricorda – soprattutto a causa di visti saltati. Il cambio più grande è stato trattenersi un anno in più in America Latina, perché il visto australiano non è arrivato in tempo. Sono sceso da Santiago a Ushuaia aggiungendo quasi 5 mila chilometri alle gambe».

Ripercorrendo il suo viaggio, tra i punti più emozionanti raggiunti figura «la Patagonia per le montagne e la bellezza fragilissima dei ghiacciai».

Negli scatti e nei filmati si vede Nicolò affrontare con fatica strade torride o impervi ghiacciai, prepararsi da mangiare e dormire in bivacchi improvvisati, spesso in mezzo al nulla, e camminare ovunque, con scenari che cambiano in continuazione.

Nei tanti selfie sorride davanti a un panorama mozzafiato in Australia, nella caotica Istanbul, nel deserto dell’Arabia Saudita o davanti a un tempio dell’India. Solo alcune delle tantissime tappe, nelle quali racconta anche i volti e la generosità di chi l’ha supportato, magari con un invito a pranzo, dopo averlo contattato proprio sui social. E probabilmente sarà così anche a Trieste.

 

L’evento che annuncia ufficialmente il suo arrivo è stato pubblicato su Facebook nei giorni scorsi. Ma cosa succederà una volta tornato a casa? «Ancora non ci voglio pensare. Quando lo faccio mi sento stanco – dice – quindi per ora rimango qui, concentrato sul cammino. Vedremo cosa succederà. Intanto torno. Quello che farò dopo dipenderà un po’ da quello che accadrà nel prossimo anno e da come starà il mio corpo». Una nuova ripartenza non è esclusa. —

 

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