La triestina Orlando e il nuoto sincronizzato come ragione di vita: «Sogno l’Olimpiade»

Grazie alla doppia cittadinanza gareggia per la Nazionale slovena. Punta ai Mondiali e apre alla doppia casacca: «Se l’Italia chiama, ci sono»

Maria Elena Pattaro
Nina Orlando
Nina Orlando

«Voglio ballare in acqua». Nina Orlando aveva tre anni quando ha confidato il suo sogno alla mamma. Era appena uscita da una lezione di nuoto, nella piscina di San Giovanni. Aveva già capito che l’acqua era il suo elemento, ma fare le vasche non le piaceva. Lei, in quella distesa azzurra voleva volteggiare con l’eleganza di certe creature marine.

Oggi Nina di anni ne ha 14 ed è una talentuosa promessa del nuoto sincronizzato sloveno. Gareggia per la Nazionale di Lubiana. La sincronetta quest’anno ha vinto le Nazionali invernali (dopo il doppio podio del 2024) e ora punta a qualificarsi per i Mondiali di Atene. «Il sogno nel cassetto è l’Olimpiade» dice sorridendo.

La sua doppia cittadinanza (italiana e slovena) le ha permesso di gareggiare in Slovenia dopo che è venuto meno il settore agonistico della Triestina, di cui è stata tesserata per 7 anni. Dall’estate scorsa studia e si allena a Kranj, ospitata dalla sua allenatrice Agnieszka Siegieńczuk, di origini polacche, conosciuta durante la preparazione a una gara internazionale disputata a Fiume.

La triestina Orlando e quella passione precoce per il nuoto sincronizzato

Le sue giornate sono scandite dalla scuola e dalla piscina. Lei mette testa e cuore in ogni attività, anche quando la nostalgia di casa si fa sentire. Nina torna a casa, a San Giovanni, una volta al mese. Una scelta impegnativa per un’adolescente. Oltre che uno sforzo logistico e affettivo per l’intera famiglia: mamma Petra Krapez, della minoranza slovena e dipendente di illycaffè; papà Luigi Orlando, salentino, luogotenente della Guardia di Finanza; la sorella Lara, 17 anni, triatleta con doppia casacca italiana e slovena; e il fratello Mikael, 10 anni, nuotatore.

«Ho iniziato da bambina, per gioco. Danzare in piscina mi fa sentire bene – dice Nina, mentre gli occhi azzurro ghiaccio le si fanno luccicanti –. L’acqua è il mio elemento. Non penserei mai di fare uno sport all’asciutto». «Mi piace trasmettere un’idea di leggerezza» spiega, seduta sul divano di casa. Il portamento elegante si intuisce anche se indossa la tuta. «Il segreto è esibirsi come se ogni mossa fosse facile, fluida, senza sforzo – aggiunge –. Invece fatichiamo eccome». Già, perché il nuoto sincronizzato combina la grazia della danza alla fatica dell’apnea. In Slovenia è una disciplina emergente.

Per praticarlo ai massimi livelli, Nina si allena tutti i giorni, anche tre volte al giorno. In vasca, a casa e in palestra. Da sola, in doppio e pure in squadra. L’atleta alterna sessioni di potenziamento muscolare agli allenamenti in piscina, in cui prova e riprova le coreografie. La sua giornata tipo inizia alle 6, ma un paio di volte a settimana la sveglia viene anticipata ulteriormente per affrontare un allenamento prima di andare a scuola. Finite le lezioni, Nina raggiunge la piscina e rimane lì fino alle 18, con un’oretta di pausa per pranzare e fare i compiti. Il programma di allenamento prevede anche alcune sessioni serali. Non possono mancare, prima della buonanotte, allungamenti e spaccate.

Una routine serrata, insomma, che Nina affronta con le playlist motivazionali di Billie Eilish, la sua cantante preferita. C’è un brano per ogni occasione: la sveglia, la preparazione pre-gara, il defaticamento. «Sono molto fortunata perché con la mia allenatrice c’è una bella sintonia – racconta la sincronetta –. Anche con la mia compagna nel doppio mi trovo molto bene. Siamo amiche». Le rimane poco tempo libero, ma il gioco vale la candela.

Del resto Nina, così giovane eppure così determinata, sta inseguendo un sogno. Le piacerebbe entrare nell’Olimpo di cui fanno parte i suoi idoli: le super campionesse russe Natal’ja Iščenko e Svetlana Romašina, rispettivamente cinque e sette volte medaglia d’oro ai Giochi Olimpici. Per provarci, la giovanissima sta facendo molti sacrifici, anche a livello affettivo.

Non è facile, a 14 anni, vivere a 120 chilometri dalla propria famiglia. «Ci sentiamo tutte le sere in videochiamata». Per lei, perfettamente bilingue, le chiamate con Trieste sono anche un’occasione per fare esercizio di italiano. «Sappiamo che questa esperienza è una grande opportunità per lei – aggiunge mamma Petra – ma al tempo stesso ci dispiace non starle accanto come vorremmo, per sostenerla e incoraggiarla».

Con tre figli atleti a cavallo di due Paesi la logistica familiare è indubbiamente complicata. Ma l’affiatamento e la passione comune per lo sport, permettono di superare anche i momenti di affanno. All’orizzonte ora c’è il Mondiale di Atene: Nina è attualmente seconda in classifica ed è pronta a dare il massimo per staccare il pass per la gara internazionale. E l’Italia? Rimane nel cuore, lasciando aperta la porta alla doppia casacca: «Sono contenta di rappresentare la Slovenia – conclude Nina – ma se l’Italia mi convocasse, non esiterei».

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