Marcell Jacobs tifa Cortina: «Saranno giorni di orgoglio per l’Italia»
Il velocista, oro a Tokyo 2021, supporter speciale verso i Giochi 2026: «Sosterrò Goggia e Brignone»

L'Italia degli sport invernali avrà un tifoso d’eccezione in vista delle prossime olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Uno che, di medaglie olimpiche, se ne intende. È Marcell Jacobs. Il velocista azzurro, nato a El Paso, in Texas, ma cresciuto a Desenzano, sulle rive del lago di Garda, nel rivelare la sua passione giovanile per lo snowboard, ha annunciato che nelle gare di sci alpino femminile tiferà per l’amica Sofia Goggia ma al tempo stesso ha confidato di aspettarsi al cancelletto di partenza anche la campionessa del mondo in carica Federica Brignone.

Secondo Marcell Jacobs, cosa significa per l’Italia intera ospitare un’edizione delle Olimpiadi invernali?
«Le Olimpiadi rappresentano il punto più alto dello sport mondiale. Ogni atleta sogna, sin da bambino di partecipare un giorno. Invernale o estiva poco conta, cambiano le discipline, ma la consistenza dell’evento è esattamente la stessa. Per l’Italia sarà una grande festa ma, soprattutto, sarà un momento di profondo orgoglio. Le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina non daranno lustro solo alle località interessate dalla manifestazione ma a tutta la nazione. Non capita tutti i giorni di poter vivere un evento di questo tipo, l’atmosfera è già in fibrillazione, lo si avverte. Lo avvertiamo anche noi atleti, anche se nel mio specifico caso a Milano-Cortina mi limiterò a fare il tifo».
Il tifo per chi? Qual è il suo rapporto con gli sport invernali?
«Da ragazzino mi piaceva andare in montagna, ricordo che iniziai a cimentarmi con lo snowboard, mi piaceva più dello sci. Poi con l’inizio della carriera sportiva ho dovuto smettere ma la montagna continua a piacermi. Per chi farò il tifo? Per tutti gli atleti e le atlete che rappresenteranno l’Italia, sia alle Olimpiadi che alla Paralimpiadi. Il sentimento azzurro in questi eventi emerge ancora più forte, ci sentiamo tutti accomunati dalla stessa passione. Ed è bellissimo».
E lo sci alpino femminile?
«Nutro un sentimento di grande ammirazione per Sofia Goggia che conosco personalmente. L’ho incontrata nell’autunno scorso a Las Vegas in occasione del Mondiale di Formula Uno. È un’atleta incredibile. Ha sempre risposto alla grande di fronte agli infortuni che la sorte le ha riservato. In vista delle gare olimpiche di sci alpino femminile che si disputeranno a Cortina a febbraio tiferò sicuramente per lei. È una tosta, sono certo farà una grande olimpiade. Mi dispiace per quanto successo a Federica Brignone, che non conosco personalmente ma benissimo come atleta e come campionessa. Il destino avverso non ha risparmiato neanche lei ma sono sicuro che farà di tutto per esserci a Cortina. A volte mi rivedo nel percorso di queste ragazze. Nella vita di un atleta ci sono intoppi, è fisiologico, quasi naturale. La differenza però, più delle gambe, in determinate circostanze la fa la testa. Sofia Goggia ha dimostrato che con una caparbietà che definirei fuori dal normale è riuscita a rimettersi in pista dopo tanti infortuni, anche gravi, e tornare a vincere. Federica Brignone non sarà da meno. La testa, nel suo percorso di recupero, farà la differenza».
A proposito di vittorie ed infortuni, o viceversa, quanto è importante l'aspetto mentale?
«Determinante. Preparare una Olimpiade nasconde una miriade di variabili che non possono minimamente essere messe in preventivo. Bisogna affrontare tutto con grande attenzione e cura del dettaglio, ma anche con una testa pronta a dover cambiare rotta qualora ce ne fosse bisogno. Gli allenamenti sono duri, le rinunce tante ed i sacrifici altrettanti. In pochi secondi ci si giocano anni di duro lavoro. E può succedere che i risultati non siano in linea con le aspettative. Anche questo, per quanto brutale, fa parte del gioco. Sappiamo bene a cosa andiamo incontro, pro e contro, quando decidiamo di intraprendere questo percorso. Il sogno è comune, ed è più forte di tutto: la conquista di una medaglia olimpica non è pari a nessun'altra soddisfazione per uno sportivo. Si lavora quotidianamente sognando una medaglia olimpica». Se è d'oro, tanto meglio. —
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