Leoni doveva essere acquistato da un club italiano

Nessuna nostra squadra è stata in grado di fare un’offerta che pareggiasse o fosse competitiva con quella del Liverpool, nonostante Inter, Milan e Juventus avessero la necessità di un centrale come lui

Giancarlo PadovanGiancarlo Padovan
Fa discutere il trasferimento di Giovanni Leoni dal Parma al Liverpool
Fa discutere il trasferimento di Giovanni Leoni dal Parma al Liverpool

Il trasferimento di Giovanni Leoni dal Parma al Liverpool per 35 milioni, ha provocato due prevalenti e antitetiche reazioni. La soddisfazione di chi ha visto premiate le qualità del giovane difensore e di chi lo aveva scoperto, allevato e valorizzato, da una parte. Dall’altra, l’eccessivo valore dell’operazione che il Liverpool avrebbe realizzato a costi di mercato inglese.

Purtroppo ne manca una terza, a mio giudizio, la più importante, perché legata agli «affari interni» sia tecnici che economici. Nessuna squadra italiana è stata in grado di fare un’offerta che pareggiasse o fosse competitiva con quella del Liverpool, nonostante Inter, Milan e Juventus avessero la necessità di un centrale come Leoni. L’Inter perché Acerbi e De Vrij hanno un’età calcisticamente avanzata e Bissek poteva essere venduto a 40 milioni in Inghilterra. Il Milan perché aveva bisogno del sostituto di Thiaw (è stato preso De Winter dal Genoa a 20 milioni più 5 di bonus). La Juve perché, con Leoni, avrebbe potuto far ruotare Bremer, Kalulu e Gatti con maggiore agio e qualità. L’obiezione, del tutto infondata, è che 35 milioni fossero troppi per un calciatore del 2006. In questo caso la malafede si accoppia all’ignoranza.

Primo, perché Leoni ha giocato 17 partite nel Parma in serie A, fisicamente è strutturato e visibilmente è tanto qualitativo da avere attirato l’attenzione di mezza Europa.

Secondo, perché acquistare un calciatore italiano è diventato «impossibile» per chi ha qualcosa da piluccare nei complessi giri di interesse delle operazioni straniere.

Terzo, ma non ultimo, c’è una ragione culturale: l’italiano in Italia non tira perché non lo si conosce a sufficienza o, come minimo, su di lui si è scettici.

Cosa succederà adesso a Leoni? Purtroppo quanto accaduto Chiesa: difficile adattamento in una realtà molto diversa da quella italiana, poche presenze perché chiuso da compagni di reparto oggettivamente migliori o più inseriti, magari qualche infortunio dovuto ai massicci ritmi di lavoro. Così un potenziale azzurro rischierà di perdersi lontano dalle grandi italiano che avrebbero potuto consacrarlo.

Obiezione. A Calafiori non è andata esattamente così. Certo, perché le condizioni erano palesemente dissimili. Nel Bologna aveva giocato il doppio di Leoni , aveva trovato un allenatore come Thiago Motta che gli aveva insegnato l’impostazione, era finito in un Arsenal bisognoso di centrali. Per tutte queste ragioni, Calafiori era stato pagato più di 50 milioni (tanto) contro i 35 di Leoni (giusto). Comunque allora come oggi, l’affare lo ha fatto chi ha comprato. —

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