Torna il Premio Luchetta: dal 21 novembre la tre giorni a Trieste
La manifestazione istituita dalla Fondazione è arrivata all’edizione numero 22

Dal 21 al 23 novembre a Trieste tornano le Giornate del Premio Luchetta, 22.a edizione del premio giornalistico internazionale riservato a giornalisti e fotografi che narrano violenze e sopraffazioni sui bambini. Le date cadono nella settimana della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e adolescenza, che ricorda l’approvazione da parte dell’Assemblea Onu della Convenzione sui diritti dell’infanzia. Scelta - si legge in una nota - che ribadisce «l’impegno della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin nel diffondere i principi che la animano e promuovere il Premio in memoria dei giornalisti trucidati a Mostar Est nel gennaio 1994 e a Mogadiscio nel marzo 1994».
Venerdì alle 17.30 al Teatro Miela sarà presentato “Bambini senza nome”, speciale Rai dedicato al giornalismo sul campo. A seguire il Premio speciale della Fondazione 2025 a Francesca Albanese, relatrice speciale per le Nazioni unite sui territori palestinesi occupati, «per aver da subito denunciato che quanto accadeva a Gaza e in Cisgiordania si configurava come crimine di genocidio, come confermato dalla Commissione speciale Onu il 16 settembre 2025, opera che le ha procurato un isolamento intimidatorio». «L'opera di Albanese - così in una nota - è un grido di allarme sul crollo del diritto internazionale con cui l'umanità, dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani 1948, ha cercato, senza riuscirci, di voltare pagina dopo» le «due guerre mondiali e il genocidio degli ebrei». La consegna del Premio avverrà nell’incontro “Il diritto alla Vita dei bambini palestinesi” sul tema delle violazioni di diritti umani e diritto internazionale: con Albanese Paolo De Stefani, docente all’Università di Padova.
Mercoledì 19 novembre sempre al Miela di Trieste per «Aspettando il premio» alle 17.30 il dibattito “Voci oltre il muro: donne e diritto/dovere di raccontare”.
“Pazi snajper – Attenzione cecchino” è invece lo spettacolo di Roberta Biagiarielli con Sandro Fabiani (inizio alle 20.30), che mette in scena l’assedio di Sarajevo da due prospettive opposte: una coppia che resiste, un cecchino che attende di colpire.—
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