L’intelligenza artificiale entra in classe e ridisegna la didattica per 9 mila alunni a Nord Est

La sperimentazione in corso nelle scuole salesiane del Triveneto. Coinvolti 700 docenti che hanno utilizzato Gemini. Per il 47% c’è stato un aumento di attenzione e partecipazione

Francesco Furlan
Il convegno a Verona dove sono stati presentati i dati della ricerca
Il convegno a Verona dove sono stati presentati i dati della ricerca

Facciamo un esempio: un docente di lettere vuole invitare gli studenti a riflettere su stile e contesto storico dei Promessi Sposi. Scelto un paragrafo del testo, chiede all’Intelligenza artificiale di elaborare tante varianti quanti sono gli studenti della classe introducendo stonature di stile e periodo storico che dovranno essere individuate.

Facciamone un altro: un docente di matematica, in dialogo con l’IA, corregge i compiti di matematica e chiede di elaborare nuovi esercizi che aiutino gli studenti negli esercizi in cui mostrano maggiori lacune.

Sono solo due esempi delle 600 attività didattiche potenziate dagli algoritmi di Google Gemini for Education in collaborazione con MR Digital nell’ambito del progetto di integrazione dell’IA testato in 26 scuole elementari e medie del Triveneto, coinvolgendo più di 9000 studenti.

L’IA è diventata strumento di supporto ai docenti per la creazione di attività didattiche, la personalizzazione dei percorsi formativi e la preparazione delle verifiche. Avviata all’inizio dell’anno scolastico, questa sperimentazione è stata la più importante a livello mondiale per Google Gemini for Education, per numero di docenti e studenti coinvolti.

L’ispettoria Salesiana “San Marco” ha acquisito circa 750 licenze per una serie di strumenti basati sull’intelligenza artificiale di Google, integrati in Google Workspace for Education. E in ogni scuola è stato individuato un animatore digitale per seguire le attività. Per capire come sia andato quest’anno con l’IA in classe bisogna leggere la ricerca promossa dall’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (Iusve) e presentata giovedì 29 maggio a Verona.

Il 47% degli insegnanti intervistati ha registrato un miglioramento significativo nell’attenzione e nella partecipazione degli studenti, mentre il 40% ha riscontrato un utilizzo più efficiente del tempo grazie alla possibilità di generare rapidamente contenuti personalizzati e ottimizzare la preparazione delle lezioni.

Per il 39% dei docenti c’è stato un incremento nella qualità dell’apprendimento con benefici specifici per gli studenti con bisogni educativi particolari. «Il mondo della scuola è tendenzialmente conservativo», commenta don Lorenzo delegato scuola dei salesiani che insieme ad Alberto Grillai, delegato per la formazione professionale ha coordinato il progetto, «ma queste sono opportunità che accelerano in modo esponenziale le possibilità di ampliare la didattica».

Permettendo, per tornare ai nostri esempi, di elaborare, a parità di obiettivi di apprendimento, percorsi didattici per gruppi omogenei di studenti: l’area di un triangolo si può calcolare a mente, ritagliando la figura su un foglio di carta o disegnandola.

Quando si parla di IA c’è spesso una buona dose di diffidenza. Ma, per dirla con le parole di Grillai, «non c’è alternativa all’innovazione. È innegabile che l’IA entrerà sempre di più nelle nostre vite e nei nostri lavori e, da genitore, preferisco che i docenti dei miei ragazzi siano attrezzati per poterla utilizzare». Perché, in buona parte, di questo si tratta. Saperla utilizzare.

«I grandi timori sull’uso dell’IA a scuola sono due», racconta Marco Berardinelli, Direttore Education Google Italia, «il primo è che sostituisca i docenti e il secondo è che ci sia un depauperamento dell’apprendimento. Ma non è così perché l’IA offre un semi-lavorato di contenuto che deve essere integrato dal docente, fa risparmiare tempo e semplifica e stimola il pensiero critico. È vero anche per gli studenti che, nel rapporto con l’IA, possono sviluppare e articolare il loro percorso attraverso vari contenuti».

«L’indagine, unica nel panorama internazionale per ampiezza e profondità della sperimentazione», aggiunge don Nicola Giacopini, direttore Iusve, «proseguirà nel corso del 2025 con ulteriori sviluppi».

Riproduzione riservata © il Nord Est