Perché gli esseri umani non vivranno mai più di 120 anni
L’invecchiamento è determinato da un programma biologico scritto nei geni che fissa in maniera definita l’età di vita massima di ciascuna specie

È morta il 19 agosto 2024 a 117 anni di età Maria Branyas Morera: era la più anziana persona al mondo. Viveva a Olot, un paese della Catalogna, in Spagna. Amava leggere libri, giocare con i cani e passare il tempo con amici e famiglia, incluse due figlie, entrambe ultranovantenni.
Il record di longevità Maria l’aveva ereditato nel suo ultimo anno di vita da Lucile Randon, francese, morta a 118 anni, che a sua volta era seguita a Kane Tanaka, giapponese, morta nel 2022 a 119 anni. La classifica dei record è mantenuta sul sito LongeviQuest, che certifica in maniera ufficiale l’età.
Tra le donne record (gli uomini di media vivono 3-4 anni di meno) c’è stata anche un’italiana, Emma Morano, di Verbania, morta a 117 anni nel 2017. Nella classifica degli ultracentenari con più di 110 anni di età fanno da padrone le donne giapponesi: secondo i dati del governo, in Giappone ci sono più di 58 mila persone con più di 100 anni, l’87% delle quali sono donne. Nel paese, circa un quarto degli abitanti hanno 65 anni o più.
Maria Branyas Morera è morta pacificamente durante il sonno, senza malattie evidenti. Ma il suo caso è particolare, perché la signora era stata seguita negli ultimi anni di vita da Manel Esteller, un medico specializzato in genetica dell’Università di Barcellona, che ne aveva prelevato ripetuti campioni di sangue, saliva, urine e feci. La supercentenaria era felice di collaborare.
A distanza di un anno, Esteller ha ora pubblicato i risultati di questi studi in un articolo uscito su Cell Reports Medicine. I risultati sono in parte sorprendenti in parte attesi. La parte sorprendente riguarda il fatto che la signora Maria è vissuta fino a 117 anni pur avendo tutta una serie di caratteristiche biologiche che di solito vengono associate alle malattie e alla probabilità di morire anticipatamente. Le estremità dei suoi telomeri – le strutture alle estremità dei cromosomi – erano cortissime.
Si è creduto per tanti anni che la lunghezza dei telomeri fosse correlata con l’aspettativa di vita, tanto che diverse aziende tuttora vendono test a pagamento che misurano questo parametro nelle cellule del sangue. Maria invece aveva i telomeri cortissimi ma tuttavia è vissuta così a lungo in piena salute. Discorso analogo per un fenomeno legato ad alcuni tipi di globuli bianchi nel sangue.
In molti individui, l’invecchiamento porta all’espansione di alcuni specifici cloni di queste cellule, una proliferazione non controllata che viene considerata una condizione patologica. Maria aveva queste espansioni dei cloni, ma era rimasta in piena salute.
A correlare positivamente con la sua longevità era invece un basso livello di colesterolo “cattivo” e un alto livello di colesterolo “buono”, l’assenza di infiammazione (questa è una delle cause più importanti di invecchiamento precoce), un sistema immunitario molto attivo (era stata la persona più anziana in Spagna ad aver contratto il Covid ed esserne guarita).
Maria aveva anche una flora intestinale simile a quella delle persone giovani, con alti livelli di Bifidobacterium, un batterio benefico probabilmente legato alla sua dieta, che comprendeva almeno tre porzioni di yogurt al giorno. Al di là dello yogurt, Maria aveva però vinto il jackpot alla lotteria genetica: il suo Dna portava molte delle varianti genetiche associate, in altre specie come i cani, i moscerini o i vermi, ad una vita lunga e invece nessuna delle varianti che predispongono a malattie degenerative, come l’Alzheimer.
Oltre alla storia aneddotica di Maria, guardando la lista dei supercentenari più longevi balza immediatamente all’occhio un aspetto ancora più affascinante. Maria, con 117 anni, è ottava nella lista assoluta delle persone più longeve, con la prima, Jeanne Calment, che detiene il record con 122 anni, morta in Francia quasi 30 anni fa.
Nessuno nella storia dell’umanità è mai riuscito a oltrepassare questo limite. La storia di Maria, che muore in assenza di apparenti patologie, mostra come l’invecchiamento e le malattie siano due fenomeni distinti, dove l’invecchiamento è determinato da un programma biologico scritto nei nostri geni in modo da fissare in maniera definita l’età di vita massima di ciascuna specie.
Perché e come questo limite sia di 120 anni per gli umani, 2-3 anni per i topi, 12 per le pecore e 3 mesi per il moscerino della frutta rimane un mistero che ancora elude la nostra comprensione.
*Mauro Giacca è docente di Medicina a Trieste e a Londra
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