Il seduttore e il letterato: le anime di Casanova in mostra a Trieste

Apre venerdì al museo dell’Irci una mostra per il terzo centenario della nascita: dalle missioni a Trieste e in Istria all’immagine usata e abusata della pubblicità

Mary B. Tolusso
Una delle immagini in mostra a Trieste
Una delle immagini in mostra a Trieste

Chi non vorrebbe essere stato Giacomo Casanova? O almeno aver vissuto parte della sua vita. Certo della sua esistenza conosciamo il lato più romanzesco, il Casanova seduttore, libertino. Il provocatore. Insomma tutto ciò che gli costò la reclusione ai Piombi di Venezia. Ed effettivamente da sempre è un personaggio poliedrico, votato al piacere, ma anche alla passione per i viaggi e l’arte.

C’è un Casanova seduttore, ma c’è anche il Casanova sedotto dalla serietà di altre discipline, la letteratura per esempio. Giocando sulla versatilità di questa figura, si aprirà il 30 maggio (ore 17.30) a Trieste nella sede Irci (via Torino 8), l’unica grande mostra attualmente attiva in Italia, nel terzo centenario dalla sua nascita, organizzata dall’IrcI (Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumana-dalmata) con l’Università Ca’ Foscari, la Regione del Veneto e numerosi altri partener (aperta fino a settembre).

Il titolo ci restituisce subito una parte precisa della sua vita: “Casanova in viaggio. Porti e approdi dall’Adriatico al Levante: Trieste, l’Istria, Fiume e la Dalmazia”. Ma di fatto è un’esposizione articolata che ci ritorna un Casanova tout court seguendo diversi doppi binari. Innanzitutto il personaggio storico, ma anche i suoi sviluppi più pop, attualmente sfruttati dalle grandi aziende. E di conseguenza il Casanova del passato, il Casanova storico, ma affiancato a quello del presente.

Ricerca e mito: «Il nostro obiettivo – ha osservato Luigi Zanin, direttore della Cooperazione Internazionale della Regione Veneto – è aver realizzato un’iniziativa che coniughi la ricerca scientifica con la possibilità della divulgazione, restituendo quindi un personaggio di serietà filologica, ma comprensibile a un più amplio pubblico». Obiettivo confermato anche da Piero Delbello, direttore dell’Irci: «Casanova è figura simbolo – ha detto – un pretesto meraviglioso per mostrare lo storico, il letterato, l’economo, ma anche gli sviluppi più pop di questo mito che sempre più è divenuto un simbolo del Made in Italy».

La mostra prevede un’ulteriore sezione al Museo Petrarchesco Piccolomineo, curata da Alessandra Sirugo (aperta dal 30 maggio a gennaio), concentrata sui due anni trascorsi da Casanova a Trieste, dal 1772 al 1774: «Gli era stato ventilato di venire a Trieste – dalla voce di Sirugo – perché ciò gli avrebbe dato la possibilità di rientrare a Venezia dopo la sua condanna all’espatrio da Venezia. Qui ebbe l’incarico di spia, vendeva informazioni commerciali agli Inquisitori di Stato di Venezia», una ricerca basata sulle prime edizioni dell’opera, conservate alla Biblioteca Civica. Tra l’altro fu attivo collaboratore dell’Osservatore triestino, la prima Gazzetta locale.

E rimanendo nel territorio, è stato Franco Degrassi, presidente dell’Irci, a ricordare quanto il viaggiatore ebbe a che fare con l’Istria: «Dove ha lasciato una traccia importante. Le sue memorie su questa terra infatti, erano controcorrente rispetto all’immaginario collettivo. Casanova ci ha fatto conoscere un’Istria diversa, anche un piccolo porto come Orsera attraverso la sua penna diviene un esempio di vivacità cittadina differente da ciò che veniva divulgato dalle Accademie, legate a un’immagine più retrograda e stantia».

Insomma è certo che la schiettezza del personaggio rifletteva la frontalità delle sue memorie, spazzando via parecchi luoghi comuni. Questione che viene riproposta anche da questa iniziativa, attraverso un approfondimento che guarda ai diversi aspetti di una figura difficilmente catalogabile e assolutamente attuale: «Modernità che sta nella sua vita – ha sottolineato Antonio Trampus, docente di Storia moderna alla Ca’ Foscari – un’esistenza da contestatore e provocatore. Soprattutto una vita che ha saputo raccontare in modo da catturare l’attenzione del pubblico, lasciando però spazio all’immaginazione. Da qui la fortuna con i suoi lettori e con il cinema».

E non solo, se pensiamo a quanto ancora sia presente la sua figura, non solo in attività creative, dal cinema (innumerevoli i registi che se ne sono occupati), alla narrativa, al fumetto (in primis Manara). Ma si potrà visionare anche il Casanova da marketing, un’intera sezione mette in vetrina i brand più celebri che hanno sfruttato il suo nome: dall’aceto balsamico di Modena, a una linea di specchi di Murano fino al “Caffè Casanova” prodotto dal Caffè Greco di Roma.

Per ritornare ai documenti filologici, particolarmente importante la connessione tra Casanova e un istriano come Gian Rinaldo Carli. Avevano una passione comune, l’America, in mostra sarà presente anche il manoscritto delle “Lettere americane” dell’autore di Capodistria. A completare la grande iniziativa, unica in Italia (poi sarà a Parigi e a Ginevra), il raffinatissimo catalogo “Casanova in viaggio/ Casanova on tour” (Drogheria 28 di Simone Volpato, pag. 240, euro 35) a cura di Antonio Trampus e Gianluca Simeoni, un energico volume con meravigliose stampe e quasi 50 interventi in versione bilingue, un libro che pare non lasciare niente di inedito sullo straordinario seduttore.

La mostra verrà inaugurata presso la sede espositiva dell’Irci (Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata) in via Torino 8 a Trieste venerdì 30 maggio alle ore 17.30 e rimarrà visibile al pubblico dal lunedì alla domenica fino a martedì 30 settembre, osservando i seguenti orari: 10.30-12.30 e 16.30-19.

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