Crisi Fvg, Ciriani: «È Fedriga che l’ha aperta». Il presidente: «Non scendo a compromessi con la vecchia politica»
Il governatore a margine del Festival delle Regioni a Venezia: «Il terzo mandato non c’entra nulla, dimostrerò che non è lotta di potere». Amirante (FdI): «Giusto fare una riflessione tra noi»

Un botta e risposta a distanza che testimonia un dissapore, iniziato molto tempo fa, ma che ora ha raggiunto il suo picco con la crisi di maggioranza in Friuli Venezia Giulia. Stiamo parlando dello scontro politico tra il ministro di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, e il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Sullo scenario c’è il terzo mandato (che però Fedriga tiene a sottolineare non è il motivo di crisi) e la sanità in regione.
Le parole di Fedriga
«Il terzo mandato non c'entra nulla con la crisi del Friuli Venezia Giulia. Ho letto i giornali nazionali che mischiano le cose. È evidente perché nasce questa crisi, sono state fatte più volte delle dichiarazioni, oltretutto lontane dalla realtà rispetto all'azione di governo della Regione, che ha un enorme consenso da parte dei cittadini, fortunatamente».
Lo ha dichiarato a Venezia il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine del Festival delle Regioni. «Penso che abbiamo dato un contributo importante allo sviluppo della Regione - ha proseguito - e ci piacerebbe continuare a farlo, ma non sono disposto a scendere ai compromessi di una vecchia politica, che guarda a posizionamenti e non a risposte da dare ai cittadini», ha concluso Fedriga.
Le parole di Ciriani
Non si è fatta attendere la risposta del ministro Luca Ciriani: «La crisi di maggioranza? Bisogna chiederlo a Fedriga, è lui che l'ha aperta», ha detto lasciando Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri, rispondendo ai cronisti che chiedevano se si risolverà la crisi in Friuli Venezia Giulia.
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Le parole di Amirante (FdI)
«Purtroppo, a causa del terremoto politico che stiamo vivendo, siamo stati costretti a rivedere l'agenda dei nostri impegni istituzionali. È giusto che all'interno di Fratelli d'Italia ci si confronti su quanto accaduto ieri, che si faccia una riflessione tra di noi». Lo ha detto all'ANSA l'assessore regionale Cristina Amirante, rendendo noto che oggi non parteciperà a un incontro in Confindustria Udine. Amirante è uno dei tre assessori in quota Fratelli d'Italia che non hanno consegnato le deleghe. «Non credo sia il momento adatto per una riunione ufficiale con Confindustria: non saprei cosa dire, nel rispetto della serietà delle relazioni istituzionali. Al momento siamo solo tre assessori a non aver rassegnato le dimissioni. Abbiamo la dignità di volere chiarezza: oggi, cosa potrei promettere o garantire se non avessimo la certezza di poter andare avanti? Lo dico anche per rispetto nei confronti degli interlocutori», ha concluso Amirante.
Riccardi: «Inusuale che un ministro parli così»
"Ho trovato inusuale che un ministro della Repubblica si sia rivolto direttamente a un dirigente apicale di una struttura sanitaria". Con queste parole l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi ha commentato la crisi di maggioranza che si è aperta in Friuli Venezia Giulia, con riferimento alle critiche che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani aveva mosso nei confronti del direttore generale dell’Azienda sanitaria Friuli occidentale, chiedno le scuse dell'’inaugurazione «per finta» dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.
"Mi sembra. ha proseguito Riccardi - una condizione abbastanza inusuale, dovrebbe essere forse il motivo di riflessione da parte di chi oggi pensa di avere delle soluzioni. Non ricordo nella storia di questa regione, una crisi piuttosto strana nella quale sette componenti della giunta prendono le deleghe e si affidano al presidente della della regione per cercare di comporre una situazione che ha ancora dei tratti secondo secondo me, inediti e sconosciuti".
La crisi
Le dichiarazioni di Fedriga arrivano il giorno dopo l’apertura della crisi della maggioranza del centrodestra in regione. Gli assessori della Lega, seguiti da quelli di Forza Italia e della Lista Fedriga, hanno rimesso le proprie deleghe nelle mani del presidente Massimiliano Fedriga. La causa scatenante è stata un'intervista del ministro Luca Ciriani (Fratelli d'Italia), che ha criticato i presunti ritardi nell'apertura di un ospedale a Pordenone, giudicata dalla Lega come un'interferenza nell'autonomia regionale e un attacco politico. Attualmente, solo gli assessori di Fratelli d'Italia (Scoccimarro, Amirante e Anzil) mantengono le loro deleghe.
Gli scenari
Cosa può accadere ora? Al momento la crisi è al buio, perché troppe sono le variabili in campo. Difficilmente il confronto con Meloni sarà muscolare ed è inimmaginabile un aut-aut sul terzo mandato: la premier non può garantire oggi a Fedriga un’apertura sul tris, soprattutto perché il vertice tra la presidente del Consiglio e il presidente del Friuli Venezia Giulia arriverà all’indomani del Cdm che oggi, con ogni probabilità, deciderà di impugnare la legge elettorale della Provincia autonoma di Trento, emendata in maniera tale da consentire il possibile tris a Maurizio Fugatti.
E allora la richiesta di Fedriga potrebbe essere più prettamente politica: e potrebbe concretizzarsi in una dichiarazione con cui Meloni chiarisce il sostegno incondizionato di Fratelli d’Italia all’azione di governo del centrodestra in Friuli Venezia Giulia. Anche, ad esempio, attraverso un rafforzamento della posizione di Rizzetto, nel suo ruolo di segretario regionale. A quel punto potrebbero aprirsi le porte per un rimpasto di giunta. E se il tentativo di ricomposizione fallisse? Resta sullo sfondo l’ipotesi del ritorno anticipato alle urne, con il presidente pronto a farsi sfiduciare e ricandidarsi per guidare ancora la Regione, sfruttando la norma che consente il tris se il secondo mandato non ha superato i due anni, sei mesi e un giorno.
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