Zara, il giallo del biglietto imposto per entrare nella cattedrale
A Zara servono 3 euro. Ma il parroco non sa nulla

Siete in vacanza a Zara e volete godervi l’interno della cattedrale di Santa Anastasia (Sveta Stošija)? Ebbene preparative ad aprire il portafoglio e a sborsare 3 euro. E poi se volete salire sulla torre campanaria da cui si gode un meraviglioso paesaggio sull’intera città di Zara dovrete di nuovo metter mano al portafoglio e sborsare due euro. Volete poi accendere una candela votiva magari dopo una preghiera per i vostri cari: un cero costa 1,50 euro
Il business del turismo dunque entra anche in chiesa. Da notare però che di tutto ciò il parroco è assolutamente tagliato fuori, così come i proventi non andranno alla chiesa. Sentito dai media croati don Josip Radojic Pinčić questi ha brevemente detto loro che queste non sono le sue regole.
Si tratta di una cifra multimilionaria, a giudicare da un dato reso pubblico da un'elaborazione per conto dell'Unesco, che d'ora in avanti farà esclusivamente parte del tesoro dell'arcidiocesi.
Il problema è di natura giuridica,. Come può l’ente turistico di Zara imporre le sue gabelle in una edificio, la chiesa di Santa Stošija nel nostro caso, di cui non è proprietaria e di cui non detiene certo la gestione, La cattedrale di Zara, come tutti gli altri edifici di culto della Croazia appartengono alla Chiesa e vengono gestiti dalla Conferenza episcopale di Zagabria. E non risulta da nessuna parte una accordo stipulato tra la Chiesa croata e l’ente turistico per lo “sfruttamento” della cattedrale di Zara.
È risaputo che le chiese antiche hanno un continuo bisogno di restauri e di assestamenti. Almeno una parte dei guadagni andasse riservato a questo fine.
Niente da fare in Croazia è l’epoca dei profittatori chi è più astuto più toglie alle tasche dei turisti. Turisti che, peraltro, sono completamente ignari di quanto sta accadendo alla cattedrale di Zara.
E siamo convinti che quei 3 euro e poi i due euro per salire sulla torre peri visitatori costituiscono una sorta di obolo alla Chiesa che potrà così sostenere le spese di gestione dello storico monumento.
Per ora il povero parroco si chiama fuori da tutte questa storia e servirebbe allora una presa disposizione ufficiale da parte della Conferenza dei vescovi croati perché sappiamo tutti che il concetto base è libera in libero Stato e che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare non della Chiesa.
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