Von der Leyen: «Investimenti nei Balcani, ma la Serbia faccia di più»

La presidente della Commissione Ue ha chiuso il tour nell’area. Promesso sostegno ai Paesi candidati all’adesione. Bacchettate a Belgrado

Stefano Giantin
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, assieme al presidente della Serbia, Aleksandar Vučić. FOTO EPA / ANDREJ CUKIC
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, assieme al presidente della Serbia, Aleksandar Vučić. FOTO EPA / ANDREJ CUKIC

Più investimenti, anche privati, su settori innovativi, tra cui energia e intelligenza artificiale. Forti appelli a investire nella regione. E rassicurazioni sul futuro europeo, ma anche bacchettate ai “discoli” – come la Serbia – che ancora non farebbero abbastanza sul fronte dell’adesione. Si possono sintetizzare così i punti-chiave dell’intenso tour nei Balcani occidentali della presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, arrivata nella regione lunedì e ripartita dopo le tappe a Belgrado, Skopje e a Pristina.

Tour che ha avuto uno dei suoi momenti più importanti a Tirana, dove la leader Ue, al forum di investimenti dei Balcani Occidentali, ha evocato nuovi investimenti nella regione, alcuni già in essere, altri in cantiere, per ben quattro miliardi di euro, collegati al cosiddetto “Piano di crescita” per i Balcani (6 miliardi). Piano ambizioso che, nelle intenzioni di Bruxelles, dovrebbe raddoppiare il volume delle economie locali nel giro di un decennio – ma i denari saranno erogati solo se i Paesi candidati faranno i compiti, leggi le riforme richieste dalla Ue.

Quei quattro miliardi evocati a Tirana sono «un massiccio sostegno» per l’area, ha assicurato von der Leyen, generando crescita per le imprese balcaniche e il rafforzamento dell’azione Ue nella regione, con «nuovi posti di lavoro e opportunità». Opportunità che riguarderanno, ad esempio, l’intelligenza artificiale, con la Ue che aiuterà ad aprire due «fabbriche Ai» in Serbia e Macedonia del Nord, ma anche «l’energia pulita».

«Potete diventare un hub per la produzione e lo stoccaggio di energia pulita», il messaggio di von der Leyen ai Paesi balcanici. Presidentessa che ha promesso un impegno maggiore su agrifood, catene di produzione e fornitura resilienti, in modo da connettere in maniera più stretta le economie balcaniche a quella Ue. Ha poi ricordato anche benefici già reali, come l’ingresso nell’area Sepa, il mercato unico delle transazioni bancarie, di Albania, Macedonia del Nord e Montenegro – altri Paesi balcanici seguiranno a ruota – un passo che «farà risparmiare 500 milioni all’anno», ha calcolato la presidentessa. Che ha assicurato che è «venuto il momento» di investire nei Balcani occidentali «perché investire qui significa investire in Europa».

Ma non c’è solo l’economia. I Balcani devono avanzare anche sul fronte della piena integrazione nella Ue. Qui lo scenario presenta più ombre che luci. La Serbia, ad esempio, deve letteralmente «raddoppiare gli sforzi» verso l’adesione, ha detto ieri von der Leyen a Vučić, in quel di Belgrado, facendo appello a un «maggiore allineamento alla nostra politica estera, incluse le sanzioni contro la Russia». Impegnandosi per una società «più stabile e pacifica», un riferimento alle proteste di piazza di cittadini e studenti. Parole meno dure sono state riservate alla Bosnia, dove «il 72% dei cittadini ha fiducia nella Ue e i giovani in particolare sono interessati» all’adesione, ha sottolineato von der Leyen, auspicando che Sarajevo riesca a colmare i ritardi accumulati nel processo di avvicinamento. Stesso invito a Pristina, fra le ultime tappe del viaggio di von der Leyen. Parole dolci quelle riservate infine ad Albania e Montenegro, che stanno facendo miracoli. E Podgorica sogna con sempre maggior forza di issare la bandiera blu a dodici stelle già nel 2028. —

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