Trovati i resti di una nave affondata tre secoli fa a Lesina: ci sono monete d’oro, d’argento e ceramiche

Il relitto individuato dagli archeologi subacquei vicino all’isola. Era un mercantile naufragato durante una tempesta: furono 14 i morti
La redazione
Un subacqueo e i resti della nave affondata per una tempesta tre secoli fa Foto Radiotelevisione croata
Un subacqueo e i resti della nave affondata per una tempesta tre secoli fa Foto Radiotelevisione croata

SPALATO. Ancora due importanti scoperte nella regione adriatica della Dalmazia, tradizionalmente uno scrigno dei tempi che furono.

Nei fondali del piccolo arcipelago delle Spalmadori (in croato Paklinski otoci), nelle vicinanze dell’isola di Lesina, gli archeologi subacquei hanno rinvenuti i resti di un mercantile affondato circa tre secoli fa, incidente documentato negli archivi di Lesina città e di Ragusa (Dubrovnik).

Nei documenti si citano i nomi del comandante dell’imbarcazione e dei membri dell’equipaggio, quasi tutti periti nel naufragio avvenuto in una notte tempestosa, poco prima della Vigilia di Natale. Le persone decedute 300 anni fa furono 14. Ci fu un solo superstite.

A bordo c’erano anche un passeggero e il suo servo, la cui presenza sulla nave resta avvolta nel mistero. Quasi sicuramente l’uomo doveva appartenere al ceto alto, ma finora non si è riusciti a risalire alla sua identità, né al perché viaggiasse su quel mercantile colato a picco mentre trasportava un carico di sale verso il porto pugliese di Barletta, come sottolineato dal responsabile delle ricerche, Igor Mihajlovic, del Dipartimento di archeologia subacquea dell’Istituto croato per i restauri.

Il rinvenimento è avvenuto casualmente a una quarantina di metri di profondità, con gli archeologi che stanno riportando in superficie un autentico tesoro. Sono monete d’oro e d’argento, vasellame di ceramica e altri oggetti d’argento, che andranno ad arricchire la collezione archeologica di Lesina, come spiegato da Eduard Viskovic, archeologo dell’azienda Cantarus. Intanto le ricerche proseguono e prossimamente verrà consultato l’Archivio raguseo, per capire chi fosse il misterioso passeggero.

Più a settentrione, sempre in Dalmazia e parliamo dell’Isola Lunga, nelle settimane scorse sono venute alla luce cinque antiche tombe, di cui due potrebbero essere le più vecchie mai scoperte in quest’area dell’Adriatico.

Gli scavi riguardano la località di Stivanje polje, nei pressi della chiesetta di San Giovanni, lavori finanziati da ministero croato della Cultura, parco naturale di Telascica, comune di Sali e Associazione turistica dell’Isola Lunga.

Nel periodo a venire dovrebbe venire accertata l’età di costruzione dei sepolcri, sicuramente plurisecolari. L’Isola Lunga, talvolta chiamata Isola Grossa, a ovest di Zara, è la maggiore dell’arcipelago zaratino, con i suoi 113, 3 chilometri quadrati di superficie. Era abitata fin dall’antichità, da almeno 20 mila anni e dunque il ritrovamento a Stivanje polje non ha sorpreso gli esperti. —

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