Tartufo bianco da tutelare, Regione Istria e ministero al fianco dei raccoglitori per ottenere il bollino Dop

MONTONA. Mentre è in corso la stagione del pregiato tartufo bianco, l'associazione dei raccoglitori Istra ha avviato l'iter per la tutela della sua denominazione di origine geografica protetta, con il supporto del ministero croato dell'Agricoltura e della Regione istriana. Il tartufo bianco, gioiello della cucina mediterranea, è infatti anche una componente di primo piano del patrimonio naturale e dell'identità tradizionale dell’Istria nell’ambito di una dimensione culinaria e anche economica. Per questo l’obiettivo è quello di ottenere in sede nazionale ed europea il “bollino qualità” che i raccoglitori possano utilizzare, nel rispetto ovviamente delle condizioni stabilite.
«Il primo passo dell'iter - spiega Ivan Vukadinović, vicepresidente dell'associazione - consiste nella raccolta di testimonianze sul fatto che la denominazione “tartufo bianco istriano” viene usata nella comunicazione giornaliera e nel commercio. Il secondo passo sarà la descrizione del tartufo da parte di svariati interlocutori. In base ai dati raccolti verrà definita la specificazione del prodotto con la prova della sua provenienza geografica». In collaborazione con il ministero dell'Agricoltura, verrà infatti avviata la creazione di un disciplinare di produzione.
Il tartufo bianco istriano, lo ricordiamo, cresce per lo più nel sottosuolo del Bosco di San Marco ai piedi di Montona: l’area viene chiamata così perché in passato forniva il legname per il consolidamento delle fondamenta di Venezia. Si calcola che ogni anno nel bosco vengano raccolte circa cinque tonnellate di tartufo bianco, i cui principali acquirenti sono grossisti italiani che poi lo piazzano in ristoranti di tutto il mondo. A proposito del prezzo, si parla di 4600 – 5000 euro al chilogrammo per il tartufo bianco di prima qualità, cifra che scende a tremila per la seconda classe. Per i pochi tartufi giganti che qualcuno riesce a trovare, si arriva a 10.000 euro al chilo.
Tornando all’ottenimento della tutela, l'iter si presenta lungo e articolato, ma se l’obiettivo sarà raggiunto l'Istria potrà vantare un altro prodotto sotto tutela che promuoverà la regione e ne arricchirà l'offerta turistica ed enogastronomica, come già avviene ad esempio per il tipico prosciutto istriano. «Sono fiducioso che alla fine riusciremo nel nostro intento - afferma l'assessore regionale all'Agricoltura e pesca Ezio Pinzan - e con il bollino i tartufai istriani potranno difendersi dalla concorrenza sleale di chi mette in commercio il tartufo di altra provenienza spacciandolo per istriano».
Intanto nel circondario di Pinguente, considerata la capitale del tartufo bianco in quest’area d'Europa, sono in corso numerosi eventi gastronomici che lo vedono protagonista a tavola.
Riproduzione riservata © il Nord Est