Si contano i danni delle tempeste: in Croazia giù un milione di alberi

In Slovenia diecimila ettari di terreni agricoli devastati. Serbia, appello al governo per un aiuto agli agricoltori
Stefano Giantin

BELGRADO Il bel tempo è tornato, le temperature sono nella norma per il periodo, il cielo è sereno. Ma nei Balcani si contano i danni delle tempeste. E il bilancio, per le economie e la natura, appare drammatico. Lo suggeriscono le notizie in arrivo dalla regione, in particolare quelle dalla Croazia, assieme a Slovenia e Serbia fra i Paesi più colpiti dalle “super-tempeste” dei giorni passati. In Croazia sarebbero più di un milione gli alberi abbattuti dal vento durante gli uragani. La stima è stata resa pubblica attraverso la Tv di Stato croata Hrt da Mladen Slunjski, un alto funzionario di Hrvastke Sume, il servizio forestale di Zagabria, che nelle giornate scorse ha tastato il polso nelle aree più colpite dal maltempo intervenendo per riparare i danni alle foreste, bonificandole con la rimozione dei tronchi.

Per la precisione, secondo stime che vengono aggiornate quotidianamente, il conto degli alberi abbattuti è salito a «un milione e 400mila metri cubi», ha informato Slunjski, specificando che i danni maggiori si sono registrati nell’area di Vinkovci, con 850mila metri cubi di alberi danneggiati, seguita da Zagabria, Pozega, Osijek, Gospic e Sinj.

Ma i metri cubi come misura forse non rendono l’idea. A chiarire l’enormità dei danni è stato così il nuovo presidente dell’amministrazione del Servizio forestale, Nediljko Dujić, il quale ha precisato che si parla di «oltre un milione di alberi» abbattuti dalle raffiche eccezionali di vento, con danni ai boschi stimati in almeno 140 milioni di euro. Serviranno almeno due anni per il risanamento delle foreste e dei parchi colpiti, ha anticipato Zagabria, mentre per la rimozione totale degli alberi caduti si lavorerà ancora fino alla fine della settimana in corso. Danni gravi sono segnalati anche in Serbia, con 500mila alberi caduti o danneggiati solo nell’area di Backa Palanka, fra le più colpite dal maltempo.

Ma non sono state solo le foreste a essere investite dalle tempeste, con danni enormi. In Slovenia, martoriata da temporali, grandine e vento, le più aggiornate stime parlano di diecimila ettari di terreni agricoli devastati, con un impatto particolarmente negativo su vigneti e frutteti, ma non solo. Servono immediati aiuti per gli agricoltori e misure legislative ad hoc per affrontare problemi simili in futuro, ha chiesto Roman Zveglić, presidente della Camera dell’Agricoltura e delle Foreste (Kgzs). Sulla stessa linea l’omologo croato del Kgzs, l’Hpk, che ha fatto appello alla ministra dell’Agricoltura Marija Vuckovic per sostegni urgenti al comparto. Comparto che ha subito danni gravissimi, soprattutto in Slavonia, con «alcuni terreni agricoli che arrivano al 100%» dei raccolti distrutti, ha spiegato il presidente dell’Hpk, Mladen Jakopovic.

Stesso drammatico bilancio e stesso allarme in Serbia, uno dei granai dei Balcani e dell’Europa orientale. Si può sicuramente parlare di «miliardi di dinari di danni», ossia svariate decine di milioni di euro, e lo Stato «deve trovare una soluzione», subito, per «aiutare i produttori, affinché non finiscano in bancarotta e non interrompano il lavoro», fondamentale per dare cibo al Paese e soldi alle casse pubbliche, ha ammonito l’economista Milan Prostran. Solo in merito ai frutteti si denunciano 25 milioni di euro di danni - una cifra considerevole per uno Stato non ricco e ancora fuori dalla Ue - concentrati soprattutto nell’area della Fruska Gora, non distante da Novi Sad, nella Serbia centrale. Ma disastri dalle “tempeste del secolo” sono segnalati anche in Bosnia, come pure in Romania e Bulgaria.

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