I due giganti del nucleare in corsa per Krško 2: «Realizzabile nella vecchia area»
Studi della francese Edf e dell’americana Westinghouse. Ma l’ex sottosegretario Kus “chiama” la Consulta

Krško 2? Si può fare, nell’area della vecchia centrale in funzione dal lontano 1983. E i due giganti del nucleare in corsa per assicurarsi l’appalto, la francese Edf e la statunitense Westinghouse, garantiscono che i propri modelli standard di reattore e impianti sono adattissimi all’uopo, con Lubiana che deve solo decidere su quale cavallo puntare.
Nel frattempo, un Davide, ma con un background di tutto rispetto, tenta di mettere i bastoni tra le ruote al Golia nucleare sloveno. Krško 2 che sta tornando prepotentemente d’attualità, in Slovenia. Ritorno che è stato segnato, ieri, dagli annunci del colosso pubblico sloveno Gen Energija, investitore nel progetto, che ha svelato i risultati degli studi di fattibilità su Krško 2 elaborati proprio da Edf e Westinghouse Electric Company, unici concorrenti rimasti in corsa per realizzare il secondo reattore.
Cosa dicono gli studi? Appunto che il progetto è «realizzabile» e che i reattori proposti dalle due imprese straniere, resi opportunamente conformi, sono «tecnicamente adatti», ha sintetizzato l’agenzia di stampa slovena Sta. Edf che ha messo sul tavolo due tipi di reattore: uno da 1.650 Mw e uno da 1.200, mentre Westinghouse ha offerto un impianto da 1.000 Mw, ha specificato l’alto funzionario di Gen Energija, Vinko Planinc, che ha aggiunto che gli studi dimostrano che in entrambi i casi sarà possibile apportare modifiche ai reattori per uniformarsi agli standard sloveni e Ue di resistenza a inondazioni e terremoti. Sarà inoltre realistico ipotizzare un prolungamento della loro vita, da 60 a 80 anni.
Non è finita. «Entrambi gli offerenti hanno confermato che le nostre ipotesi sulla valutazione del costo del progetto sono coerenti con le loro stime», ha affermato il responsabile tecnico delle operazioni a Gen Energija, Bruno Glaser, aggiungendo che i requisiti e le specifiche dettagliate saranno concordati nelle future negoziazioni. La decisione finale sull’investimento sarà presa nel 2028, ha informato la Sta, precisando che nel frattempo proseguono le consultazioni pubbliche sul cosiddetto piano territoriale per Krško 2, passo propedeutico per l’identificazione dell’area esatta dove sorgerà il reattore.
E proprio su questo fronte potrebbero nascere problemi. Le procedure lanciate a inizio estate sarebbero viziate da violazioni di leggi e da inosservanza del dettato costituzionale. E la Consulta di Lubiana dovrebbe esaminare con la lente d’ingrandimento tutto il processo in corso. È il pressante invito rivolto da Zoran Kus, ex diplomatico, geografo e sociologo, sul cv ruoli apicali da esperto alla Banca Mondiale e presso la Ue su temi ambientali e dell’energia, ex negoziatore per la Slovenia a conferenze internazionali sul clima, già segretario di Stato all’Ambiente.
Da qui l’idea di una «mozione» alla Consulta, che dovrebbe muoversi d’urgenza, mozione pensata per «proteggere l’interesse pubblico» dei cittadini e delle «future generazioni» ed evitare «pratiche dannose che aggirino le leggi» e disattendano gli «obblighi internazionali» della Slovenia, il duro j’accuse di Kus. Che ha sostenuto che l’iter formale relativo al piano territoriale per Krško 2 sarebbe stato avviato senza alcuna base costituzionale, giuridica e strategica e in violazione dei principi dello stato di diritto, della tutela ambientale, dello sviluppo sostenibile e del diritto Ue. La palla, ora, passa alla Corte costituzionale. —
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