Il governo sloveno e la legge sul bonus Natale obbligatorio per i lavoratori

La gratifica sarà versata dalle imprese. Le categorie in allarme. La somma andrà anche ai dipendenti pubblici, costando allo Stato 380 milioni

Stefano Giantin

Una mossa che renderà sicuramente felici i lavoratori, ma che sta provocando al contempo aspre critiche e polemiche. E persino timori per la tenuta dei conti pubblici. Accade in Slovenia, dove il governo Golob ha messo in cantiere una proposta di legge che introduce per quest’anno un bonus natalizio – obbligatorio per le imprese ed esentasse per i lavoratori – di poco più di 600 euro, equivalente alla metà del salario minimo.

La gratifica, fortemente voluta dall’esecutivo, dovrebbe essere approvata in via definitiva nel giro di un paio di settimane, prima di passare al vaglio del Parlamento. Il bonus sarà «un bene per l’intera società», premiando chi ogni giorno fatica e mette in circolo nel sistema denari che andranno ad alimentare l’economa a ridosso delle feste natalizie, ha spiegato il vicepremier sloveno Matej Arčon, secondo cui «non si tratta solo di lavoratori che meritano questo bonus, stiamo creando un modo fiscalmente vantaggioso per retribuire i dipendenti».

La misura, ha riportato l’agenzia di stampa slovena Sta, prevede che la gratifica una tantum sia pari a 639 euro e venga versata entro il 18 dicembre. Ma saranno previste eccezioni per le aziende in difficoltà o che hanno problemi di liquidità, che potranno ritardare il pagamento di tre mesi o ridurre di molto il bonus, fino a soli 160 euro, in casi eccezionali. Nel pubblico, invece, i 639 euro saranno versati a tutti gli impiegati, perché «i soldi ci sono», ha garantito il ministro delle Finanze Klemen Boštjanči.

Il governo, ha precisato il premier Golob, è aperto anche a consigli e modifiche per limare al meglio la misura. Ma il bonus Natale divide e provoca accese polemiche. Lo si era visto già nei giorni scorsi, quando i rappresentanti delle federazioni delle imprese avevano abbandonato la riunione del Consiglio economico e sociale (Ees) in segno di protesta, mentre l’influente Camera del commercio e dell’industria (Gzs) continua a premere affinché salti l’obbligatorietà. Anche le eccezioni previste dal governo non bastano, perché «dilazionare il pagamento di alcuni mesi non aiuterà molto le aziende», ha sostenuto il presidente della Camera dell’artigianato e piccole imprese (Ozs) Blaž Cvar. Ozs che ha anche presentato venerdì i risultati di un sondaggio fra gli iscritti, che svela che il 90% non sostiene la misura e che il 30% sarà costretto a indebitarsi per pagare i bonus, mentre un buon 48% ha evocato un aumento dei prezzi di prodotti e servizi e un taglio agli investimenti, come effetto della gratifica obbligatoria.

Critici, un po’ a sorpresa, anche i sindacati, che hanno stigmatizzato le «concessioni» fatte dall’esecutivo al mondo delle imprese, che porterebbero a discriminazioni tra i lavoratori che incasseranno la gratifica piena e quelli che riceveranno il bonus ridotto. Perplessità anche di media autorevoli, come il Delo, che hanno parlato di «dessert pre-elezioni» confezionati dalla maggioranza per incassare consensi. Golob si presenti vestito «da Santa Klaus», ha commentato ironicamente anche il Dnevnik.

Cupe, infine, le previsioni dell’autorevole economista sloveno Marko Jaklič. Che si è detto «scioccato» dalle mosse del governo, soprattutto per l’impatto che potrebbero avere sulle casse dello Stato. Secondo le stime, infatti, le gratifiche natalizie potrebbero costare 380 milioni di euro e potrebbero spingere la Slovenia verso la soglia del 4% del rapporto deficit-pil nel 2026 e 2027, con il rischio dell’apertura di una procedura di deficit da parte della Ue.—

 

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