Nei marina croati diminuiscono i diportisti per la prima volta in decenni: «Prezzi troppo alti»
Comparto colto di sorpresa e operatori preoccupati. Tra le cause meteo instabile, inflazione e la concorrenza di Grecia e Turchia

Qualcosa scricchiola nel settore del turismo nautico in Croazia, impermeabile alle crisi degli ultimi decenni, come la guerra croato - serba, i bombardamenti Nato contro Belgrado, la pandemia. Definito per tradizione il fiore all’occhiello dell’industria ricettiva nazionale, sta invece perdendo colpi e lo attestano i risultati di luglio – diffusi dall’Assoturistica croata – che parlano di flessione sui pernottamenti su base annua e ritardo degli arrivi. Sono dati che riguardano l’alta stagione turistica, periodo che desta i maggiori appetiti e in cui si rilevano puntualmente i risultati migliori e più remunerativi. Luglio ha invece colto di sorpresa il comparto, fiaccandolo quando meno ci si aspettava.
Forse però è la conseguenza logica di una serie di fattori andati a ostacolare l’andamento della stagione, come evidenziato da due persone con le mani in pasta, gente che conosce a memoria il settore, le sue esigenze, i problemi. Parliamo di Paško Klisovic e Sean Lisjak, rispettivamente responsabili di turismo nautico e marina in seno alla Camera d’Economia croata. Secondo Klisovic, le cause del “buco” sono facilmente spiegabili: «Abbiamo avuto un giugno dalle condizioni meteo instabili, mese in cui si fanno le prenotazioni di luglio. L’inflazione ci ha messo del suo e a ciò si è aggiunta la crescita di prezzo del carburante e la concorrenza di Grecia e Turchia, Paesi risvegliatisi dopo la pandemia e pronti a rendere la vita dura alla Croazia con le loro coste, i porticcioli, i servizi e relativi costi. È dura ammetterlo, però va sottolineato che ci sono delle esagerazioni nei prezzi riguardanti i fattori legati al turismo nautico croato. Abbiamo anche avuto la maggiorazione dell’8% del prezzo dei viaggi charter e anche questo non ha influito positivamente, in primis per i diportisti cechi e slovacchi, come pure per quelli austriaci, tedeschi e italiani. Il turismo nautico incide circa con il 4% sulle cifre complessive, ma i suoi ospiti vanno coccolati e stimolati perché sono quelli che spendono di più rispetto agli altri vacanzieri».
Quindi Klisovic ha riferito che nei primi sette mesi dell’anno il numero di soggiorni è aumentato rispetto al 2022 del 2% e gli arrivi dell’1%, cifre che non vengono ritenute soddisfacenti. Per Sean Lisjak c’è da preoccuparsi ma forse non troppo: «Sono dell’avviso che i risultati del 2023 non deluderanno le attese. Gli intoppi ci sono, ma abbiamo di fronte un settore che ha saputo risollevarsi davanti a situazioni gravemente complicate. Le nostre coste, le bellezze naturali continuano a essere un magnete, ma dobbiamo porre freno alla maggiorazione dei prezzi, per evitare che gli armatori e i diportisti si rivolgano altrove e per sempre. I marina croati sono adesso più costosi del 5-8% rispetto a un anno fa, ritocchi che non mi sembrano scandalosi. È certo però che Grecia e Turchia hanno approfittato delle nostre manchevolezze, attirando ospiti che per anni hanno bazzicato le acque croate dell’Adriatico. È un momento che ci deve far riflettere perché il turismo nautico croato ha sempre superato i periodi no, confermando di essere resistente davanti alle situazioni difficili. Spero lo sia anche stavolta
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