Lubiana vieta a Netanyahu l’ingresso in Slovenia
Il provvedimento era già stato adottato verso due ministri israeliani. E ora il governo guidato da Golob fa lo stesso nei confronti del premier

Una mossa durissima, dirompente dal punto di vista politico e diplomatico. È quella presa dalla Slovenia, che ha deciso giovedì di dichiarare persona non gradita il premier israeliano Benjamin Netanyahu, vietandone dunque il suo ingresso nel Paese Ue.
La decisione, ha precisato la segretaria di Stato agli Esteri, Neva Grašič, è stata presa come piena condivisione al procedimento, presso la Corte penale internazionale, nei confronti del primo ministro israeliano, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità.
La Corte dell’Aja, a novembre, aveva emesso degli ordini di cattura proprio contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, ma anche, nel campo opposto, nei confronti del leader di Hamas Mohammed Deif, poi eliminato dai raid di Israele su Gaza, ha ricordato l’agenzia di stampa slovena Sta. Procedimento, quello davanti alla Corte penale internazionale, che ha un peso enorme e obbliga «tutti i Paesi» a rispettare le decisioni del tribunale, «inclusa la Slovenia», che non ha alcuna intenzione di legittimare «la situazione che deriva dalla presenza illegale di Israele nei territori occupati palestinesi né vuole offrire alcun sostegno al permanere di questa situazione», ha aggiunto Grašič.
Vietare l’ingresso in Slovenia a Netanyahu lancia «un chiaro messaggio allo Stato di Israele», ha fatto sapere da parte sua il governo di Lubiana, specificando che «la Slovenia chiede il rispetto delle decisioni dei tribunali internazionali e del diritto umanitario internazionale».
E dichiarare per Netanyahu off-limits la Slovenia conferma al contempo «l’impegno» di Lubiana «a favore del diritto internazionale» e «il valore universale dei diritti umani». Una decisione speculare, ricordiamo, era stata presa da Lubiana a luglio, quando la Slovenia aveva dichiarato persone non gradite due falchi del gabinetto Netanyahu, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich. —
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