La foiba dell’orrore in Slovenia: dagli scavi emergono 3.200 scheletri di sloveni trucidati dai titini

Omicidi attuati dai titini dopo il 1945. Concluse le operazioni,

a Kočevski rog per gli esperti avvenne il massacro più grande

Mauro Manzin

LUBIANA Un’altra fossa comune, un’altra enorme foiba dove i titini hanno massacrato 3.200 sloveni che rifiutavano il regime comunista del Maresciallo. Il genocidio è stato riportato alla luce dal baratro della Macesnova Gorica a Kočevski rog, nel Sud della Slovenia. Un luogo del massacro che nei numeri supera anche la Huda Jama dove nel pozzo di Santa Barbara erano stati gettati circa 2.500 prigionieri titini, fascisti italiani, ustascia croati, prigionieri tedeschi, ma anche molti sloveni anti-comunisti.

La macabra scoperta a metà dell’ottobre scorso, quando gli archeologi e la commissione governativa per la ricerca delle tombe nascoste hanno terminato di riesumare gli scheletri dal baratro sotto Macesnova Gorica. Gli esperti e gli storici presumono che questo sia il più grande patibolo degli sloveni alla fine della seconda guerra mondiale. Gli speleologi hanno trovato, come detto, circa 3.200 scheletri, che sono stati temporaneamente trasferiti a Kočevje per la custodia, ha detto il capo della commissione, Jože Dežman. Gli scavi sono iniziati a maggio dopo diversi anni di preparazione e ricerca e alla fine dei lavori sono stati scavati circa 3.000 metri cubi di materiale.

Oltre agli scheletri, sono stati trovati anche molti oggetti diversi, ha detto Dežman alla presentazione degli scavi. Scavi che sono stati condotti da Luka Rozman, il quale ritiene che si è trattato di lavori, archeologici e antropologici molto impegnativi. L’opera è stata ostacolata, tra l'altro, da diverse centinaia di pezzi di ordigni inesplosi, che hanno dovuto essere rilevati e rimossi in tempo affinché gli speleologi potessero procedere in sicurezza.

Secondo Mitja Ferenc, membro della commissione governativa, la ricerca finora mostra che principalmente si tratta di vittime slovene quelle che sono state uccise nell'abisso, rispetto ad altri luoghi di omicidio simili. Nella grotta di Macesnova Gorica sono state trovate, infatti, molte croci di Maria Ausiliatrice, tradizionalmente molto venerata in Slovenia. Secondo Rozman, le vittime sono state portate sull'orlo dell'abisso, da dove sono state poi gettate sul fondo a 16 metri di profondità dopo che erano state bersagliate da una sparatoria. Circa 40 vittime sono sopravvissute agli spari e alla caduta, ma poi non hanno trovato una via d'uscita dalla grotta. Alcuni però ci sono riusciti e oggi testimoniano ciò che accadde in quel momento. Hanno anche trovato molti bossoli, proiettili, vestiti, scarpe e stampelle nella grotta, il che, secondo Rozman, mostra che c'erano molti feriti tra gli uccisi. «Il cimitero sotto Macesnova Gorica dovrebbe essere un ricordo e un promemoria che qualcosa di simile a quello che è successo dopo la seconda Guerra mondiale non accadrà più tra gli sloveni, indipendentemente dalle difficili prove in cui ci troveremo come nazione», ha esortato Ferenc. Dopo quasi 80 anni, secondo lui, è tempo di superare le reciproche divergenze di opinione e dare alle vittime una degna sepoltura.

Poiché si tratta di un cimitero con vittime prevalentemente slovene, Ferenc è convinto che avrebbe senso spostare gli eventi commemorativi annuali, che attualmente si svolgono a pochi chilometri di distanza nel cimitero sotto Kreno, nel cimitero sotto Macesnova Gorica. In effetti, secondo le ricerche, fino ad ora, nel cimitero sotto Kreno ci sono principalmente vittime di altre nazioni dell'area dell'ex Jugoslavia. Secondo Ferenc, la Slovenia ha finora registrato circa 700 località di presunte tombe nascoste, nelle quali, secondo alcune stime, giacciono decine di migliaia di vittime dei massacri compiuti dalle autorità jugoslave della seconda Guerra mondiale. Si vorrebbe anche trovare uno spazio comune dove dare sepoltura a queste vittime. I parenti vorrebbero che il luogo fosse il cimitero di Žale, a Lubiana, ma secondo le autorità cittadine non c’è lo spazio necessario.

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