La colazione di lavoro nella Grande Mela: così l’Italia “spinge” i Balcani nell’Ue

Riunione con i ministri dei Paesi balcanici organizzata da Tajani a margine dell’Assemblea Onu: «Prioritario l’allargamento»

Stefano Giantin
L'assemblea a New York
L'assemblea a New York

Un nucleo agguerrito di Paesi europei, Italia in testa, vuole premere sull’acceleratore dell’allargamento Ue ai Balcani. E ogni occasione è buona per ribadirlo e per tenere caldo il “dossier integrazione”. Occasione come la 78ma Assemblea Generale dell’Onu, in corso a New York con in agenda temi-chiave come riscaldamento globale, cambiamenti climatici e guerre.

La riunione sui Balcani
La riunione sui Balcani

Ma, ai margini, si è parlato anche di Balcani occidentali ancora fuori dalla Ue. Lo si è fatto durante una colazione di lavoro nella Grande Mela, organizzata dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani e dagli omologhi croato e slovena, assieme a tutti i parigrado della regione balcanica. L’obiettivo, rassicurare i Paesi dell’area che il loro futuro è senza dubbio nell’Unione europea. E che si lavorerà in questo senso, nei prossimi mesi.

I Balcani sono un’area «prioritaria» per Roma, ha ribadito Tajani, ricordando i «profondi legami storici» che legano l’Italia con la regione balcanica. Ma dalle parole bisogna passare ai fatti, per evitare che l’euroscetticismo si incunei troppo in profondità, tra la gente e le leadership balcaniche. L’Italia «attribuisce grande importanza all'integrazione europea dei Balcani Occidentali e ci impegniamo ad accelerare questo processo anche attraverso misure graduali di integrazione», ha così assicurato ai suoi omologhi il ministro, anticipando anche che l’Italia – un processo rilanciato a partire dal vertice di Trieste – vuole in particolare puntare «sulla cooperazione economica», ma anche su «un approccio aperto, inclusivo e improntato al dialogo» per affrontare insieme «le sfide» aperte nella regione. Da qui l’idea di Tajani - che ha avuto luce verde ieri - di organizzare due volte all’anno una riunione nello stesso formato ministeriale osservato ieri, per discutere di temi condivisi tra cui quello delle migrazioni. E ancora, quella di una sorta di gruppo di lavoro nell’ambito Onu, battezzato “Amici dei Balcani occidentali”, pensato per favorire e accelerare l’integrazione della regione, un’altra iniziativa che ha avuto ieri il beneplacito dei ministri degli Esteri coinvolti.

I Balcani saranno poi invitati, per la prima volta, ai “Med Dialogues” in programma a novembre, tradizionalmente riservati ai leader e alle questioni mediterranee:, ma il palcoscenico dei Dialoghi si aprirà ora anche ai vicini Balcani. Senza dimenticare, infine, il vertice Ue-Balcani occidentali, in agenda a dicembre, dove l’Italia vorrebbe spingere per dare alla regione un orizzonte temporale certo per l’adesione.

Le posizioni di Tajani sono state condivise anche dalla ministra slovena degli Esteri, Tanja Fajon. È «importante cogliere l’attimo e incoraggiare l’allargamento Ue ai Balcani occidentali», ha dichiarato Fajon, aggiungendo che, «con questa prospettiva in mente, la Slovenia sostiene l’idea degli Amici dei Balcani e dei meeting ministeriali due volte all’anno». «È tempo di andare avanti con l’allargamento, soddisfacendo le condizioni poste con le necessarie riforme», ha affermato da parte sua il ministro croato degli Esteri, Gordan Grlić Radman, assicurando che Zagabria «continuerà ad aiutare i nostri partner balcanici» nel percorso verso l’Ue.

«La strada verso la Ue è segnata, ma serve cooperazione» per raggiungere l’obiettivo, ha fatto eco il ministro bosniaco Konaković, mentre la collega kosovara Gervalla-Schwarz ha assicurato che «la dedizione verso Ue e Nato» di Pristina è totale. Bisogna sottolineare «i benefici» dell’integrazione e lavorare «sui collegamenti», in testa il Corridoio 8, ha sottolineato da parte sua il ministro macedone Osmani.

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