Krško 2, partiti compatti per il sì Golob: referendum entro l’anno

Il premier sloveno dopo il vertice interparlamentare: c’è accordo sul raddoppio della centrale nucleare

Stefano Giantin
La riunione tenutasi a Lubiana (foto da gov.si)
La riunione tenutasi a Lubiana (foto da gov.si)

/ lubiana

Krško 2? Non c’è dubbio che il nuovo reattore si debba fare, almeno secondo le forze politiche in Slovenia. E l’imprimatur popolare, attraverso un referendum consultivo – o forse due - dovrebbe arrivare entro quest’anno, fornendo sostegno collettivo a un progetto da oltre dieci miliardi di euro.

È questo il risultato più importante del vertice interparlamentare organizzato ieri a Lubiana dal premier sloveno, Robert Golob, che per discutere del «processo decisionale» sul nuovo reattore aveva convocato a palazzo i leader dei partiti rappresentati in Parlamento e il presidente dell’Assemblea nazionale, oltre ai rappresentanti della minoranza italiana e di quella ungherese, il tutto sotto l’occhio vigile di Nataša Pirc Musar, il capo dello Stato. Un vertice di altissimo livello che si è concluso con una sorta di unanimità, quanto a fini e quanto a metodo. Lo ha dichiarato lo stesso Golob al termine dell’incontro, specificando che al summit i partecipanti hanno «concordato che le fonti rinnovabili e l’energia nucleare sono la strada giusta verso una società de-carbonizzata», anzi i suoi pilastri, ha riassunto l’agenzia di stampa slovena Sta.

L’energia nucleare in Slovenia è sinonimo di Krško: quella vecchia, attiva dal 1983, e quella nuova, che nelle speranze dell’attuale esecutivo dovrebbe sostituire l’impianto diventato obsoleto a partire dal 2038. Speranze che, secondo i sondaggi, sono condivise anche dagli sloveni.

L’impressione generale sarà confermata già quest’anno da un referendum consultivo, ha così annunciato Golob – da sempre favorevole alla consultazione - aggiungendo che la data non è stata ancora decisa «ma si pensa alla seconda metà» del 2024. La cosa certa è che, in spirito bipartisan, tutti i partiti - di maggioranza e di opposizione - hanno deciso di «lavorare insieme» per elaborare il quesito referendario, sviluppato sulla base di una futura risoluzione governativa sull’uso del nucleare per fini civili.

«Credo che tutti i cinque partiti concorderanno sul quesito e faranno poi campagna a favore dell’energia nucleare» in vista del referendum, ha anticipato il premier sloveno. Il referendum nel 2024 - è la posizione dell’esecutivo di Lubiana - sarà utile per accelerare svariate procedure preliminari per la realizzazione futura dell’impianto, anche se la deliberazione sull’investimento potrebbe arrivare solo nel 2027 o nel 2028, quando saranno note potenza di Krško 2 e costo dell’impianto. E a quel punto, ha suggerito Golob, potrebbe esserci un secondo referendum confermativo.

Referendum che, se i sondaggi hanno un valore, avranno esiti scontati. L’ultimo, commissionato dal giornale Dnevnik, ha svelato che quasi il 70% degli sloveni vuole Krško 2 e solo il 21% è contrario; ma ben diversi sono gli umori oltreconfine, in particolare in Austria, da sempre contraria a Krško. Il consenso per il nucleare, a Lubiana, si estende anche all’opposizione. Bene l’unità «quando il futuro della Slovenia è in gioco», ha detto il leader di Nuova Slovenia (opposizione), Matej Tonin. «Non c’è oggi altra fonte di energia permanente e più economica, parliamo di un tema strategico per la qualità della vita e la civiltà in generale», ha affermato da parte sua anche l’ex premier Janez Janša, leader di quell’Sds che, a metà gennaio, aveva sottolineato l’urgenza di un referendum consultivo proprio su Krško 2 e su piccoli reattori modulari. E ora è stato accontentato.

Riproduzione riservata © il Nord Est