Ingresso della Croazia in Schengen, l’Europarlamento dà luce verde

TRIESTE. Il Parlamento europeo ha approvato l'abolizione dei controlli alle frontiere interne tra l'area di libera circolazione Schengen e la Croazia. In una relazione adottata con 534 favorevoli, 53 contrari e 25 astenuti, il Parlamento europeo ha dato quindi via libera all'adesione della Croazia all'area Schengen dal 1 gennaio 2023. Il 9 dicembre 2021, il Consiglio ha confermato che la Croazia ha soddisfatto tutte le condizioni necessarie per la piena applicazione delle norme di Schengen. Gli eurodeputati, nel testo, hanno invitato il Consiglio a proseguire il processo e ad adottare una decisione finale per eliminare i controlli alle frontiere.
La decisione finale sull'abolizione dei controlli alle frontiere interne deve ora essere adottata all'unanimità dal Consiglio dell'Ue, che dovrebbe dare il via libera in una riunione dei ministri dell'Interno dell'Ue l'8 dicembre. In questa riunione, gli Stati membri decideranno anche sull'adesione di Romania e Bulgaria, ma per questi due ultimi Paesi ci sarebbe ancora il veto dell’Olanda che chiede una revisione sullo stato di diritto e sulla lotta al crimine organizzato.
Il relatore, l'eurodeputato Paulo Rangel del Partito popolare europeo, ha sottolineato che la Croazia ha ricevuto «la verifica più completa per l'adesione allo spazio Schengen», più di qualsiasi altro paese dell'Ue finora. Ha soddisfatto 281 raccomandazioni in otto aree della legislazione Schengen, la sua disponibilità è stata confermata sia dalla Commissione europea che dal Consiglio dell'Ue. «Il Parlamento europeo è pienamente d'accordo: l'abolizione dei controlli alle frontiere interne deve essere attuata entro la fine di quest'anno», ha aggiunto.
Nella relazione adottata questo giovedì 10 novembre i deputati sottolineano la necessità di un monitoraggio costante del rispetto dei diritti fondamentali alle frontiere esterne dell'Ue. Invitano la Croazia a informare il Parlamento e il Consiglio dell'Ue su come sta attuando il suo piano d'azione per la gestione delle frontiere esterne dell'Unione europea e, in particolare, il meccanismo indipendente per il monitoraggio delle misure di polizia. Alla luce delle segnalazioni di mancato rispetto dei diritti umani e del rimpatrio illegale di migranti alle frontiere croate, gli europarlamentari vogliono anche che la Commissione europea valuti gli aspetti della gestione delle frontiere esterne e dei diritti fondamentali da parte della Croazia, anche con visite in loco, all'interno del quadro del programma di valutazione Schengen. Il parere dell’Europarlamento non è vincolante per il Consiglio europeo.
La prima ha “subire” la novità della Croazia in Schengen sarà la Slovenia. Un totale di 1.725 agenti di polizia, che stanno ora proteggendo il confine sloveno-croato, e il confine esterno di Schengen, dal prossimo 1 gennaio non resteranno comunque disoccupati. La polizia slovena, infatti, si sta preparando da tempo all'ingresso della Croazia nell'area Schengen, che include preparativi a livello strategico e tattico, riferisce l'Ufficio per le comunicazioni del governo. Dopo l'adesione della Croazia, la polizia slovena inizierà ad attuare misure per garantire la sicurezza. Si tratta delle misure compensative, in conformità con la legge nazionale e Schengen e saranno adattate alla situazione per garantire la sicurezza della Slovenia e prevenire l'immigrazione illegale.
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