Il quarto di secolo del Bronzo di Lussino, dalla scoperta sui fondali fino al British Museum

Alla fine di aprile del 1999 la statua databile a oltre duemila anni fa fu rinvenuta da un sub. È esposta nel restaurato Palazzo Quarnero

Andrea Marsanich

LUSSINO. Esattamente un quarto di secolo fa, a fine aprile 1999, una delle più sensazionali scoperte archeologiche in Croazia e nel Mediterraneo veniva riportata in superficie dai fondali dell’arcipelago dei Lussini. Da allora il Bronzo di Lussino o Atleta della Croazia, la stupenda statua bronzea ellenica datata oltre duemila anni fa ed esposta da alcuni tra i più prestigiosi musei del mondo, dal Louvre al British Museum, è motivo d’orgoglio per Lussinpiccolo.

Dall’aprile 2016, dall’inaugurazione del Museo dell’Apossiomene, la statua è ospitata in modo permanente in quello che fu il Palazzo Quarnero, edificio in Riva dei capitani lussignani e che sembrava ormai prossimo alla demolizione perché in condizioni pessime. Grazie a una spesa di 2,6 milioni di euro, sostenuta dal ministero croato della Cultura e dalla Città di Lussinpiccolo, Palazzo Quarnero è stato restaurato su progetto degli architetti fiumani Saša Randić e Idis Turato. Oltre 170mila le persone che in questi otto anni hanno visitato il museo.

La statua venne scoperta casualmente nel 1996 da un sub dilettante belga, che si accorse di questo manufatto incrostato dal mare che giaceva a 45 metri di profondità poco al largo dell’isolotto di Oriule Grande. Per tre anni non si rivolse alle autorità croate per rendere noto il ritrovamento. La scoperta emerse pubblicamente soltanto quando l’uomo avrebbe confidato quanto scoperto al suo affittacamere lussignano che, senza perdere un minuto, a quel punto aveva allertato la polizia isolana. Per non perdere tempo, evitando inutili rischi su un’eventuale rimozione abusiva e vendita sul mercato nero, le autorità croate avevano riportato in superficie la statua in tempi più che rapidi, nel corso di quello che era divenuto un evento a cui aveva assistitito un nugolo di giornalisti, tanti curiosi ed esponenti del comune lussignano e dello Stato croato.

Ne era seguita una formidabile opera di recupero eseguita dagli esperti del fiorentino Opificio delle Pietre Dure, in collaborazione con l’Istituto croato del Restauro. Quindi per anni si era parlato della collocazione più adatta per il Bronzo, con Zara che aveva tentato di convincere – inutilmente - le autorità croate sul fatto che doveva essere la città del maraschino a ospitare la statua. Nulla da fare, perché Zagabria aveva capito da tempo che un simile reperto non poteva che essere sistemato laddove era stato rinvenuto, ovvero nella più popolosa città insulare dell’Adriatico (7.537 abitanti, censimento 2021).

Oltre che a Parigi e Londra, il Bronzo di Lussino, che rappresenta un atleta che al termine della gara si libera il corpo con uno strigile da sudore e polvere, si è fatto ammirare anche al John Paul Getty Museum di Los Angeles. Non poteva essere diversamente, trattandosi di un rinvenimento archeologico clamoroso, che trae probabilmente origine da quanto avvenuto nel I o II secolo avanti Cristo, quando l’imbarcazione che lo trasportava verso il Nord o il Sud Adriatico (discordanti i pareri degli esperti) fu affondata dal maltempo, oppure l’equipaggio – per evitare guai maggiori – venne costretto a gettare in mare la pesante scultura dell’Apoxyomenos

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