Giovane apneista italiano muore annegato in Dalmazia

Si tratta di un ventenne di Roma in vacanza con la famiglia. Giovedì i genitori hanno dato l’allarme non vedendolo rientrare. Il giorno dopo il ritrovamento del corpo

Andrea Marsanich
Uno scorcio dell'arcipelago delle Incoronate
Uno scorcio dell'arcipelago delle Incoronate

SEBENICO Amava immergersi in apnea, ammirando ogni estate fondali e creature marine nell'arcipelago delle Incoronate, in Dalmazia. Lo ha fatto per l'ultima volta nella giornata di ieri, giovedì 24 agosto, immergendosi da solo tra gli isolotti disabitati di Curba Piccola (in croato Kurba Mala) e Brisgnago (Brušnjak), dove era giunto a bordo della sua imbarcazione.

Dopo che i suoi genitori hanno atteso per ore che tornasse nell'isola di Pasman, dove la famiglia soleva trascorrere le vacanze, è stato dato l'allarme e sono partite le ricerche, coordinate dal Centro di ricerche e salvataggio in mare con sede a Fiume, riguardanti il giovane apneista italiano, un ventenne di Roma.

Le operazioni sono scattate intorno alle 17 e si sono concluse venerdì alle 13, quando il corpo senza vita del connazionale è stato rinvenuto dall'Unità speciale di uomini rana del ministero croato dell'Interno.

Alle ricerche hanno partecipato in tanti: Capitanerie portuali di Zara, Sebenico e Sali, Polizia marittima e aeroportuale di Zara, come pure sub delle Questure, zaratina e sebenzana, mentre alle ricerche aeree ha preso parte un velivolo del tipo Pilatus, che agisce nell'ambito della Guardia costiera.

Quattro i natanti impegnati, con le operazioni interrotte giovedì sera dopo il calare dell'oscurità e riprese venerdì mattina.

Purtroppo nel primo pomeriggio è arrivata la conferma che il giovane italiano non ce l'aveva fatta, deceduto in quest'area delle Incoronate che tanto lo attiravano per le bellezze naturali, le acque limpidissime piene di vita.

Della tragedia, tramite il padre dello sventurato apneista, è stato informato anche il Consolato generale d'Italia a Fiume, che ha disposto le pratiche del caso.

Le indagini per risalire alle cause della morte vengono svolte dalla Capitaneria di porto di Zara, in collaborazione con inquirenti della polizia.

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