Dalla terrazza di casa alla cooperativa di Zara: la birra al femminile firmata da Ana e Maja

Le due giovani croate hanno creato un’attività che negli anni ha attirato l’attenzione di vari investitori e conta oggi 103 soci

Giovanni Vale

TRIESTE La cooperativa non è una forma giuridica molto popolare in Croazia: ricorda troppo il socialismo jugoslavo. La birra invece è gettonata, ma sempre che a produrla e berla siano gli uomini e non le donne, altrimenti si alza già qualche sopracciglio. E così quando Ana Teskera e Maja Šepetavec a Zara hanno aperto Brlog, il loro birrificio artigianale che funziona come una cooperativa, sono stati in molti a rimanerne sorpresi.

Originaria di Velika Gorica, vicino a Zagabria, e laureata in tecnologie alimentari, Ana Teskera ha conosciuto la sua futura partner commerciale nel corso di un viaggio a Sarajevo. Maja Šepetavec, nata a Lipik, ha studiato invece Sociologia e Pedagogia: niente faceva pensare che un giorno avrebbe creato la sua etichetta di birre a Zara. «Siamo arrivate qui quasi per caso e facevamo altri lavori», ricorda Ana, «ma l’idea della birra è nata quasi subito». Nel 2015 le due amiche avevano già iniziato le sperimentazioni già sul terrazzo del loro appartamento, «così per provare». L’anno successivo, presa la decisione di far diventare quell’hobby un’attività professionale, hanno raccolto online 12mila euro tramite una campagna di crowdfunding attivata con lo scopo di creare «il primo birrificio artigianale cooperativo gestito da donne in Croazia». Oggi Brlog è un brand conosciuto in tutto il Paese, conta otto dipendenti e una produzione di centomila litri di birra l’anno.

«I primi attrezzi li abbiamo comprati su njuškalo.hr», racconta Ana, facendo riferimento al principale sito di annunci croato: «Avevamo una pentola da 500 litri e per mescolare usavamo un trapano con una frusta per pittura». Con i fondi raccolti online le due donne comprano due fermentatori da mille litri, e per i primi anni il birrificio rimane un’impresa a due. «Facevamo tutto da sole, dalla produzione al marketing, dalla contabilità all’imbottigliamento», ricorda Ana.

Molto in fretta però la cooperativa fondata nel 2016 si allarga, al traino del successo ottenuto dai suoi prodotti. Nel 2019 arrivano nuovi consoci che apportano un capitale di 150mila euro; l’anno successivo l’impresa si espande ancora. Oggi la cooperativa Brlog ha 103 soci. «Tutti hanno lo stesso diritto di voto, indipendentemente da quanti soldi hanno investito», spiega Teskera, che ha scelto questa forma giuridica «non per ispirarsi al socialismo, ma per sostenere un tipo di capitalismo che fa attenzione al sociale. Non è nostalgia del passato, ma un modo per guardare al futuro: in altri parti d’Europa, le cooperative sono di gran moda, qui non ancora».

Sopravvissuta alle difficoltà economiche della pandemia, Brlog è composta oggi da una squadra di quattro donne e quattro uomini, e registra ogni anno dei risultati da record. «Nel corso del 2021 siamo cresciuti del 60% e abbiamo aperto un craft bar in centro a Zara, dove è possibile assaggiare le nostre birre», afferma ancora Teskera, che per il futuro immagina un impianto di proprietà (oggi la cooperativa ha in affitto lo stabilimento) e un punto vendita a Zagabria. Per le esportazioni invece, si dovrà aspettare. «Per il momento siamo presenti solo sul territorio croato», chiosa Teskera.

Quali lezioni ha tratto da questi sei anni alla guida del «primo birrificio artigianale cooperativo gestito da donne», come aveva lei stessa battezzato l’impresa nel 2016. «I miei concittadini si lamentano molto della burocrazia, ma onestamente non è stato difficile aprire l’impresa. Quando deve relazionarmi con l’amministrazione pubblica parto dall’idea che non lascerò che mi rovinino la giornata, e di solito funziona. Questo atteggiamento è necessario per fare business in Croazia», conclude la co-fondatrice della cooperativa.

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