Croazia, una chiazza oleosa nel mare di Fiume vicino alla raffineria

Ma i vertici dell’Ina respingono tutte le accuse

Andrea Marsanich
La raffineria dell’Ina a Fiume nell’occhio del ciclone per inquinamento
La raffineria dell’Ina a Fiume nell’occhio del ciclone per inquinamento

È stato l’ultimo di una lunga serie di inquinamenti ambientali che ha visto coinvolta la raffineria dell’Ina a Urinj, pochi chilometri a est di Fiume. L’altro giorno è apparsa in mare un lunga e anche larga chiazza oleosa, ben visibile date le favorevoli condizioni meteomarine che da giorni permettono alle acque del Quarnero (e non solo ad esse) di essere in bonaccia.

L’allarme è scattato immediatamente, con l’area interessata dal riversamento circuita da barriere anti-inquinamento. L’opera di risanamento, come specificato dal comandante portuale di Fiume, Darko Glažar, era in corso anche durante la giornata di ieri. «Possiamo dire che la situazione si va normalizzando e risulta migliore rispetto allo scorso fine settimana – ha osservato – non ci sono più fuoriuscite di idrocarburi, con le imbarcazioni della Capitaneria portuale che stanno monitorando il tutto. Le operazioni di pulizia vengono messe in atto da due aziende specializzate».

Secondo l’impresa petrolifera Ina, di proprietà croato–ungherese, potrebbero essere due i motivi all’origine del nuovo incidente che ha preoccupato non poco l’opinione pubblica: si sarebbe trattato della conseguenza delle basse maree che si stanno verificando di recente, con lo sversamento che ha riguardato un composto di idrocarburi, acqua e mare o magari la causa andrebbe ricercata nella scossa sismica del 16 febbraio scorso, di magnitudo 4. 8. A dare notizia dell’inquinamento è stato pure il comune di Kostrena (Urinj fa parte di questa municipalità), che in passato aveva più volte criticato il lavoro della raffineria e relativi episodi inquinanti, alcuni dei quali molto gravi. Non va dimenticato quanto accaduto nel maggio del 2016, con la fuoriuscita di idrocarburi che imbrattò una vasta porzione di costa e numerose imbarcazioni. Nello stesso anno, ma nel mese di novembre, ci fu un secondo inquinamento dagli impianti dell’Ina, di minore impatto ambientale, fermi restando i fastidi per i proprietari di diversi natanti, gente costretta a pulire o riverniciare le barche. La direzione dello stabilimento, riferendosi all’ultimo accaduto, si è detta certa che la fuoriuscita non ha riguardato le sue strutture, bensì una qualche falda sotterranea, dove negli anni si sono accumulate sostanze dannose per l’ambiente

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