Croazia, sfida fra Radin e Dussich per il seggio riservato agli italiani

ZAGABRIA. C’è fermento tra le file della minoranza italiana in Croazia per le imminenti elezioni legislative, in calendario il 17 aprile. L’altra sera a mezzanotte è scaduto il termine per presentare le liste elettorali e anche dalla Comunità nazionale italiana (Cni) sono arrivati i nomi dei candidati che si contenderanno il seggio degli italiani al Sabor. Correranno tutti nella dodicesima circoscrizione elettorale, quella riservata appunto alle minoranze e che deciderà 8 seggi su un totale di 150 al parlamento croato. Alla comunità italiana la Costituzione croata assegna un seggio.
Si ricandida l’attuale deputato
Si ricandida, innanzitutto, Furio Radin, l’attuale deputato che rappresenta la minoranza italiana nonché vicepresidente del Parlamento croato. Decano della politica nella giovane Repubblica - siede in Parlamento ininterrottamente dal 1992 - Radin ha spiegato la sua decisione di correre nuovamente alla ricerca di un decimo mandato in una recente intervista alla televisione pubblica croata (Htv): «Rimarrò in campo fino a quando sarà necessario», ha detto il deputato croato più longevo, che ha dato alle stampe la sua biografia politica “Lo giuro - prisežem”.
Radin sarà candidato in coppia con il sostituto (in caso di impedimento) Marin Corva, oggi presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana, organo che rappresenta la minoranza in Croazia e Slovenia, con lo slogan Unità e comunità. La sua candidatura non è affiliata a alcun partito, anche se a Htv Radin ha detto che la collaborazione con l’Hdz, il partito del premier conservatore uscente Andrej Plenković, è stata finora positiva (Radin, come gli altri deputati rappresentanti le minoranze ha sostenuto i due governi Plenković nel 2016 e nel 2020).
Lo sfidante, vicesindaco di Buie

Radin non sarà però l’unico candidato al seggio di rappresentante della minoranza italiana, com’era avvenuto all’ultima tornata elettorale nel 2020. Il vicesindaco di Buie Corrado Dussich ha infatti presentato all’ultimo momento la propria candidatura, in coppia con il sostituto Maurizio Zennaro. «Se vogliamo rispettare i principi della democrazia è doveroso che vi siano più candidati», ha detto Dussich, secondo il quale «la cosa più difficile è partecipare alle corse in cui vince sempre lo stesso cavallo».
Alle ultime elezioni legislative nel 2020, Radin – all’epoca unico candidato – era stato eletto con 890 voti. Nel 2016 fu invece Maurizio Zennaro (oggi numero due di Dussich) a sfidare Radin e il risultato fu di 1.676 voti per Radin e 613 per Zennaro. Numeri in ogni caso molto bassi, se si considera che i cittadini croati che si sono dichiarati di nazionalità italiana all’ultimo censimento (2021) sono poco più di 13mila, su un totale di circa 3,8 milioni di abitanti in Croazia.
La spaccatura tra la sezione croata e quella slovena
Il duello Radin-Dussich si inserisce nel contesto di recente divisione dell’Unione italiana, che si è spaccata tra una sezione croata e una slovena, ma anche in quello più ampio della politica croata. Il primo ministro uscente Plenković guida il campo dei conservatori e i sondaggi lo danno in testa con il 28% circa dei voti. Dall’altro lato è lo stesso Capo di Stato Zoran Milanović a essere sceso in campo come leader della coalizione dei progressisti, e senza tuttavia dare le dimissioni. Secondo sondaggi recenti la coalizione a trazione socialdemocratica di Milanović otterrebbe oggi il 22% circa delle preferenze. A due settimane dal voto, la sfida rimane insomma ancora aperta.
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