Via anche l’ultimo neurologo pediatrico: allarme sanità a Pola

Il maggiore ospedale istriano continua a perdere medici. La denuncia della deputata Radolović: «Responsabilità collettiva, il sistema sta collassando»

Valmer Cusma
L'ospedale di Pola
L'ospedale di Pola

La situazione della sanità in Istria sempre alle prese con la fuga di medici e infermieri, tocca un nuovo punto critico: l’Ospedale del maggiore centro della penisola, cioè Pola, è rimasto senza l’ultimo neurologo pediatrico ancora in servizio. La notizia riportata ampiamente dalla stampa istriana, segue di poco le dimissioni dell’unica cardiologa pediatrica, per cui oltre 350 piccoli pazienti della penisola rimangono privi dell’assistenza specialistica di cui necessitano.

«Si tratta dell’ennesimo duro colpo per il sistema sanitario della Regione istriana –, denuncia apertamente la deputata ed ex candidata a sindaco di Pola Sanja Radolović –. Non parliamo solo di una crisi qualsiasi – sottolinea – ma della perdita di figure professionali fondamentali che si prendevano cura della fascia più vulnerabile della nostra società: i bambini».

A questo punto le visite già fissate sono state cancellate per cui molte famiglie sono costrette a rivolgersi all’ospedale di Fiume che dista 100 chilometri. Non per ricevere cure migliori, ma semplicemente perché in Istria non ci sono più specialisti disponibili in questo ambito.

«Lo avevo già denunciato in campagna elettorale – prosegue Radolović, in riferimento al progressivo collasso del sistema sanitario, alla carenza di medici e all’incapacità di trattenere il personale –. Purtroppo, avevo ragione. E questo per me non è motivo di soddisfazione in quanto la salute dei nostri figli non è un tema politico, ma una responsabilità collettiva. E oggi il sistema sta crollando, mentre a soffrire di più sono coloro che non possono difendersi».

Un altro problema nel settore sanitario denunciato da Radolović è quello che ha definito caos nel pronto soccorso ospedaliero, dove con l’arrivo della stagione turistica i tempi di attesa di 7 o 8 ore sono ormai la norma. «Serve urgentemente il ripristino del pronto soccorso territoriale – ha spiegato –, altrimenti continueremo ad assistere a scene surreali: sette ore di attesa per una radiografia e, se si tratta di un bambino, anche un viaggio a Fiume. Invece di potenziare le capacità dell’Ospedale di Pola o di agevolare concretamente l’accesso transfrontaliero all’Ospedale di Isola per i pazienti del nord Istria – così Radolović –, la tendenza è quella dell’indifferenza alla perdita del personale chiave».

«La qualità delle infrastrutture è importante – ha concluso – ma bisogna anche chiedersi chi ci lavorerà dentro. Senza personale, con liste d’attesa infinite, visite specialistiche inaccessibili e macchinari inutilizzati perché manca chi li sappia usare, il sistema semplicemente non funziona. Non si tratta più di problemi isolati: siamo davanti al fallimento sistemico della politica sanitaria in Istria».

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