Oggi i ponti, poi l’energia: firmata l’intesa tra Slovenia e Croazia

Accordo sottoscritto dai premier Golob e Plenković su costruzione e gestione delle strutture fra i due Paesi. Sintonia sulla cooperazione futura per il nucleare

Stefano Giantin
La stretta di mano tra Golob e Plenković
La stretta di mano tra Golob e Plenković

Relazioni un po’ fredde in passato, soprattutto a causa della sempre divisiva questione dell’arbitrato. Ma il tempo scorre e conduce a più miti consigli, come considerare la possibilità di riavvicinarsi. E lo si può fare anche rimettendo in sesto decine di ponti – un passo propedeutico e simbolico verso la cooperazione in altri campi, ben più importanti, come l’energia, leggi Krško.

È la via scelta dai premier di Slovenia e Croazia, che hanno siglato un importante accordo per la gestione e il mantenimento dei ponti e di altre infrastrutture a cavallo del confine, un’intesa da molto tempo attesa e auspicata dalle popolazioni che vivono a ridosso della frontiera e dai transfrontalieri.

Intesa che è stata sottoscritta durante un vertice, in Slovenia, dal premier sloveno Robert Golob e dalla sua controparte croata, Andrej Plenković, e che riguarda appunto «la costruzione, il management e la manutenzione di ponti esistenti sul confine di Stato», una ventina di opere «in gran parte in cattive condizioni» da decenni, che attraversano fiumi come Mura, Drava, Kupa e Sutla, hanno ricordato i media dei due Paesi, che hanno dato ampio spazio all’iniziativa, nata su spinta «della popolazione locale» e pensata per «migliorarne la qualità della vita ma anche la sicurezza», ha riassunto la Tv pubblica di Zagabria. Ponti che «non dividono ma uniscono», ha detto Golob. E che sono in realtà stati l’occasione, per i due leader, per avvicinarsi su temi molto più impegnativi.

I due hanno così espresso grande interesse a continuare a cooperare sul nucleare e a lavorare insieme sul futuro secondo reattore, una «parte importante del mosaico che soddisfa il fabbisogno energetico della Croazia», ha specificato Plenković. «Ho informato» il premier croato «delle attuali attività preparatorie che riguardano la decisione di costruire un altro reattore» a Krško «e ho compreso che la Croazia è interessata» al progetto, così come Lubiana a «coinvolgere» Zagabria, ha concluso da parte sua Golob – che ha confermato che Lubiana arriverà a stanziare il 5% del Pil per sicurezza e difesa entro il 2035.

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La centrale nucleare di Krsko

Ma è ancora presto per parlare di decisioni definitive su Krško e, «nei prossimi mesi e anni», le due capitali torneranno a confrontarsi sul tema, ha aggiunto il leader sloveno. Di certo, i due leader hanno concordato di approfondire la cooperazione economica. E parlato di controlli alle frontiere, con Plenković che ha lodato la «grande flessibilità» della polizia slovena nel garantire la rapidità dei flussi turistici. E infine lanciato un appello a riconoscere anche ai croati lo status di minoranza in Slovenia.

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