Casermette e bunker a Zara: vecchi edifici italiani pronti a diventare attrazioni turistiche
Nell’area di Zara si progetta la valorizzazione della struttura costruita negli anni Venti a presidio del confine fra i regni di Italia e di Jugoslavia

Un retaggio dell'Italia del secolo scorso e di una amministrazione che vedeva nel confinante Regno di Jugoslavia un’entità della quale non fidarsi, una minaccia. Ecco come inquadrare la presenza della secolare casermetta militare posizionata tra i comuni di Zara e Polisano-Poličnik, struttura della quale non molti conoscono l’esistenza. Costruito dall'esercito italiano negli anni Venti del Novecento, l'edificio si trova nel bel mezzo di un’area boschiva, a circa mezz’ora di cammino dalla frazione di Baričevići. L’immobile oggi è in stato di abbandono, ma il sindaco di Polisano-Poličnik, Davor Loncar, ha in mente un progetto capace di restituirgli una funzione: «Parliamo di una struttura militare dimenticata da tanti decenni, che però adesso sarà al centro di un progetto di rivitalizzazione. Prima di tutto il nostro Comune valuterà lo stato di conservazione della piccola ex caserma. Quindi studieremo la soluzione migliore che ci consenta di ottenere il denaro necessario al restauro, per un intervento che permetta di fare dell’immobile una mèta turistica, considerando anche che l’edificio si trova ad appena un paio di chilometri da Zara».
L’amministrazione italiana decise di costruire la casermetta adibita a corpo di guardia proprio lungo il confine che divideva i due regni, quello d’Italia e quello di Jugoslavia, e che secoli prima costituiva la frontiera fra la Serenissima e l'Impero ottomano. Proprio a Baričevići, dopo la Prima guerra mondiale, si tenne un referendum popolare in modo che la popolazione locale decidesse se vivere in Italia o in Jugoslavia. L'esito della consultazione venne determinato dai legami familiari e dai campi da coltivare, e gli abitanti di Baričevići optarono per il regno jugoslavo. Non stupisce dunque la presenza di questa caserma di frontiera, e di una pietra posizionata lungo la linea confinaria con impressa la scritta 1920. A un centinaia di metri dall'abitato, poi, è ancora visibile una pietra con la lettera I di Italia, altro segno del fatto che qui vi era la linea di confine.
Attorno alla struttura si possono notare ancora oggi le aree nelle quali i soldati italiani mettevano a dimora fiori e piante ornamentali; la caserma presenta due torri dotate di feritoie e dislocate nella parte nordorientale e sudoccidentale del vecchio edificio. Al suo interno, fra l’altro, si nota che i muri presentano ancora l'originaria vernice di colore blu, mentre la zona dei servizi igienici è ancora lastricata dalle tipiche piastrelle esagonali. È presente inoltre una cisterna per l'acqua potabile, alla quale si aggiunge un pozzo all'esterno per la raccolta di acqua fiumana, che veniva infine fatta confluire nella casermetta.
Questo della casermetta è solo l’ultimo in ordine di tempo di una serie di progetti di recupero di vecchie strutture militari che in Croazia si stanno portando avanti in chiave di sviluppo turistico. A Zara è in fase di realizzazione il progetto finalizzato a valorizzare le ex strutture militari italiane: un’iniziativa attuata nell’ambito del progetto europeo Revival, che riunisce anche le città croate di Fiume e Spalato e quelle italiane di Forlì, Campobasso, Cesenatico e Pesaro. A Zara, per una spesa di 82 mila euro è stato restaurato il bunker del rione di Due Torrette (Vidikovac), costruito in posizione strategica da cui si gode una spettacolare vista sulla città. Il bunker è stato trasformato in spazio espositivo multifunzionale, in cui i visitatori possono capire nel dettaglio come funzionava il sistema di fortificazione di Zara, dove gli italiani costruirono 250 fortini in cemento armato. Fortini oggi da riutilizzare a favore degli appassionati di turismo militare.
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