Cantiere Scoglio Olivi di Pola, ultima chiamata per la vendita all’asta
Altre manifestazioni d’interesse dopo quattro tentativi a vuoto. Congelata la cessione diretta per 6,45 milioni alla Adria-mont

POLA. Dopo una gara internazionale e quattro tentativi di vendita all'asta naufragati, all'ultimo si sono palesate tre manifestazioni di interesse. In ballo c’è l’acquisizione dello storico cantiere navale Scoglio Olivi: o meglio, del 54,77% del pacchetto azionario - oggi in mano allo Stato - della società Uljanik Brodogradnja 1856 che oggi lo gestisce dopo il crac del gruppo Uljanik. Pertanto, l’assemblea dei creditori del vecchio stabilimento finito in liquidazione ha deciso ieri che tra una decina di giorni si ritenterà la messa all’asta.
L’ultimo tentativo
Sarà con tutta probabilità l’ultimo tentativo, posto che sono ormai maturati i termini per l'avvio del procedimento fallimentare della società, il cui conto è bloccato da 75 giorni per il disavanzo di 1,6 milioni di euro.
È l’esito di una giornata, quella di ieri, dove tutto faceva pensare che la Uljanik Brodogradnja 1856 sarebbe passata con contrattazione diretta alla società Adria-mont di Kukuljanovo (presso Fiume) che aveva offerto 6,45 milioni di euro. Cifra comunque nettamente inferiore rispetto ai 9,7 milioni della base d’asta precedente. E quando il curatore fallimentare Loris Rak pensava di proporre ai creditori di approvare l'offerta che avrebbe posto fine a una lunga agonia, si sono fatti avanti altri due interessati. Il primo è la società slovena Ekobor di Nova Gorica, che ha offerto 3,5 milioni. L'altra è la romena Gsp Offshore Srl i cui rappresentanti si sono presentati all'assemblea riunita al Tribunale amministrativo chiedendo qualche giorno per verificare la situazione e poi avanzare l'offerta.
Nuova asta il 9 febbraio
Alla luce dei nuovi sviluppi, l’assemblea ha accolto la proposta di Rak di organizzare un nuova vendita all'asta il 9 febbraio. La proposta è stata accettata anche da Nevenka Kovcalija, della Procura di Pola, che nell'assemblea dei creditori rappresenta l'azionista di maggioranza, ossia lo Stato. «In ogni caso - ha detto Kovcalija - il prezzo base non dovrebbe essere sotto i 6,9 milioni».
A questa situazione si è arrivati dopo che nell'ottobre 2022 era stata respinta l'offerta diretta avanzata dal gruppo ceco CE Industries, pari a 20,57 milioni di euro più altri 10 per la stabilizzazione della gestione. Si era optato invece per il concorso internazionale a un prezzo base di 27,64 milioni. Una strada rivelatasi a fondo cieco. Visto il flop, l'Assemblea dei creditori aveva deciso di cambiare modalità scegliendo l'asta, tenutasi nel maggio 2023 col prezzo base di 20,73 milioni. All'epoca si speculava su un interesse dello stesso Ce Industries e della società turca Imza Marine Denizcilik Anonim Sirketim, che invece non si erano fatti avanti. Poi altre tre aste con il medesimo esito. E ora, fra pochi giorni, l’ultimo tentativo.
Riproduzione riservata © il Nord Est