Arsia, al via il progetto del percorso sotterraneo che farà rivivere la storia dei minatori

In vista i lavori per la messa in sicurezza e l’installazione degli impianti. Il Comune conta di accogliere i primi visitatori entro l’anno prossimo

Valmer Cusma

ARSIA. A trent’anni dalla chiusura definitiva datata 1992, il pozzo carbonifero Carlotta ad Arsia riaprirà il suo ingresso: stavolta non per permettere il passaggio dei minatori, bensì per accogliere i visitatori del percorso sotterraneo di 1,5 chilometri che farà rivivere la storia mineraria della località situata ai lati della vecchia statale Pola–Fiume. Il progetto, inteso a valorizzare la storia della località in chiave di turismo culturale, dovrebbe essere realizzato entro il 2023, come annunciato di recente dalla sindaca Glorija Paliska. Il Comune di Arsia ottenne lo status di comune autonomo nel 1937, una volta che fu ultimata la costruzione della città dei minatori progettata in stile razionalista dallo studio triestino Pulitzer Finali. Nel momento del suo massimo fulgore, dalla pancia della miniera (160 chilometri di tunnel che scendevano sotto il livello del mare) si estraevano oltre 150mila tonnellate di carbone l'anno.

Lo Stato croato ha assegnato al Comune il terreno necessario per l'attuazione del progetto. Una volta concluse le operazioni di pulizia del sentiero, si passerà alla fase di consolidamento delle strutture e alla installazione degli impianti elettrotecnici. A far parte del percorso lungo il sentiero sarà anche la ciminiera dell’ex centrale termica, rimasta in stato di degrado per molti anni ma negli ultimi tempi ricostruita e illuminata. A lavori ultimati - come ha ricordato la sindaca di Arsia - il percorso permetterà di conoscere più da vicino quella che fu l’attività chiave di Arsia, permettendo al Comune di incrementare la propria offerta turistico-culturale al di fuori della stagione estiva. L’ingresso e l’uscita dal sentiero saranno situati nel centro della cittadina, dove già da tempo il progetto di valorizzazione è partito con l’allestimento della omonima Casa del minatore nella piazza principale della località, che gode dello status di bene culturale sotto tutela. Il nome di Arsia è legato a quella che resta a oggi la più grave tragedia mineraria avvenuta su suolo italiano: era il 28 febbraio 1940 quando, in seguito allo scoppio della polvere di carbone nelle gallerie, persero la vita 185 minatori. Dallo scorso anno, le vittime vengono ricordate nell'anniversario della sciagura da 185 rintocchi della campana collocata nella piazza centrale della località. Il manufatto, del peso di tre quintali e di un’altezza di 70 centimetri, è stato realizzato nella Fonderia Pontificia di Agnone in provincia di Isernia e rappresenta la donazione fatta ad Arsia da Michele Maddalena, di Formia, che da anni si cura della vicenda storica. La campana sarà collocata in via definitiva all’ingresso del percorso minerario, una volta completato.

Riproduzione riservata © il Nord Est