Anonymous attacca il presidente Vučić: «In Kosovo i criminali serbi vogliono la guerra»

La rete internazionale di attivisti e hacker prende di mira il presidente che da Belgrado replica con ironia su Instagram

Stefano Giantin

Offeso, sfidato, hackerato, ma lui reagisce alle provocazioni schernendo gli ignoti avversari e scatenando la rabbia della misteriosa “legione”. Poi mette tutto in archivio. E tratteggia le mosse-chiave per il prossimo futuro, in una conferenza-stampa fiume programmatica. Mentre i Balcani sonnecchiano, dopo aver messo per ora in standby gravi crisi come quella del Kosovo, il presidente serbo Aleksandar Vučić fa invece il mattatore, nella regione.

Suo malgrado. Lo conferma la strana disfida che gli è stata lanciata nientemeno che da Anonymous, rete internazionale di attivisti e hacker particolarmente attiva negli ultimi mesi contro regimi oppressivi, durante le rivolte delle donne in Iran e la guerra in Ucraina, con cyber attacchi di grande portata lanciati ad esempio contro Teheran e Mosca.

Ma Anonymous ha anche obiettivi “secondari”, ma non meno dirompenti. Fra questi, proprio Vučić, che nei giorni scorsi è entrato nel mirino degli hacker attraverso i tanti account Twitter che farebbero riferimento agli attivisti informatici. «La gente del Kosovo dovrebbe resistere al dittatore serbo», uno fra i primi avvertimenti a Vučić, resi pubblici nonostante la de-escalation nel Nord e la rimozione delle barricate. Subito dopo, è arrivato un video dedicato proprio al leader serbo. «Salve, cittadini del mondo, questo è un messaggio di Anonymous al presidente serbo, che ha richiamato la nostra attenzione a causa della tensione nel nord del Kosovo, dove elementi criminali serbi cercano di provocare un conflitto armato», la voce nel filmato, dove si prometteva pure sostegno «alla gente del Kosovo, che non è sola, perché noi siamo Anonymous, siamo una legione».

Avvertimenti di Anonymous che non sono passati inosservati, a Belgrado, ma non sono stati presi troppo sul serio. «Eccoci, ci prepariamo alla battaglia contro Anonymous», la risposta via Instagram di Vučić, corredata da tante faccine ilari e da una sua foto mentre gioca con i suoi cani. Replica del leader serbo che non è piaciuta ad Anonymous, che ha contrattaccato, prima bollandolo come «burattino di Putin» nei Balcani e poi assicurando che «non siamo un piccolo gruppo di gente impotente, da ignorare, ma un’organizzazione globale». «Siamo pronti a giocare», la promessa. Poi mantenuta. Anonymous ha infatti sostenuto di aver hackerato dei server governativi serbi, pubblicando poi online documenti – anche se di scarsa rilevanza – del Consiglio di sicurezza nazionale di Belgrado. Non è finita.

Dato che Vučić snobberebbe gli avvisi, ieri Anonymous ha annunciato di aver mandato offline con attacchi Ddos il sito ufficiale del presidente, in effetti non raggiungibile da gran parte d’Europa, mentre anche il sito del ministero della Difesa serbo è andato offline per un po'. E potrebbe essere solo il prologo di cyberattacchi ben più gravi, dato che «se Vučić vuole giocare col fuoco, che l’incendio abbia inizio!», l’ultimo messaggio postato ieri da Anonymous. Vucic che, tuttavia, sembra in ben altre faccende affaccendato. Nella consueta conferenza stampa di inizio anno, infatti, si è occupato di tracciare la rotta per i prossimi anni. Lo ha fatto annunciando che lascerà la testa del Partito progressista nel 2024, la presidenza dopo il secondo mandato in corso.

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