Abusivismo edilizio a Belgrado: centinaia di edifici spuntati come funghi

Non solo da quasi un decennio tante, troppe mani sulla città, la più grande e importante nei Balcani, ma anche abusivismo e illegalità, favorita da una legislazione piena di buchi e da bende sugli occhi da parte delle autorità. Sono i contorni di un fenomeno, quello del boom edilizio mescolato all’abusivismo, che riguardano Belgrado – ma il discorso vale per molte grandi e piccole città della regione balcanica, negli ultimi anni interessate da spregiudicate speculazioni immobiliari e da fiumi di cemento. Cemento dietro cui si nasconderebbe una marea di affari sporchi e mezzo milione di metri quadri fondato sull’illegalità.
Lo ha rivelato un’ampia inchiesta del portale Birn, dedicata appunto alla metropoli serba. Inchiesta che, sulla base di ricerche al catasto, documenti ufficiali e immagini satellitari, ha denunciato che sarebbero centinaia i nuovi palazzi ed edifici eretti senza permessi nella capitale serba negli ultimi sette anni, malgrado una legge, del 2015 e poi resa ancora più severa nel 2018, che aveva promesso mano durissima contro i furbetti del mattone. La norma, fortemente voluta dal Partito progressista al potere dal 2012, stabiliva una sorta di condono di massima per le costruzioni abusive completate prima dell’estate del 2015 – un colpo di spugna dopo i disastri edilizi degli Anni ’90 e Duemila - e nessuna pietà per chi avesse “tirato su” qualcosa senza gli adeguati permessi nel periodo successivo. Ma qualcosa sembra non aver funzionato.
«Dopo mesi di ricerche», Birn ha infatti verificato che sarebbero circa «450 mila i metri quadri di proprietà residenziali terminati o in via di costruzione dal 2015», senza autorizzazioni, che sono sfuggiti «alle demolizioni» promesse dallo Stato. E sono invece stati «legalizzati» successivamente. Si parla di oltre «300 edifici», molti nel pieno centro della capitale, in zone di pregio come Dorcol o Vracar, ma soprattutto nella prima periferia, dove sono tantissimi i nuovi fabbricati sorti come funghi, spesso senza infrastrutture di supporto come nuove strade o fognature. Il loro numero è però «sicuramente superiore» e si parla di un valore di «centinaia di milioni di euro» di immobili non in regola, ha assicurato Birn.
Ma come funziona, l’aggiramento delle leggi? I tanti, troppi investitori senza scrupoli, ha spiegato il portale, hanno presto compreso che, malgrado le nuove norme, possono «trarre benefici, pagando meno in spese per la legalizzazione» di quelle previste ad esempio per trasformare in edificabile un terreno che all’origine tale non era. In più «costruiscono più metri cubi di quelli che sarebbero permessi» dal piano urbanistico e così guadagnano ancora di più, mentre le casse pubbliche languono.
Ma piangono anche i belgradesi, perché con tante costruzioni saltano anche le infrastrutture, in testa le strade, con traffico impossibile e parcheggi-miraggio. Complici, per aggirare leggi draconiane, «ispettori municipali» che avrebbero «falsificato» i loro rapporti, retrodatando la data di inizio costruzione al 2015, malgrado le foto satellitari dicano il contrario. Fra i “beneficiari” delle maglie larghe, anche alti papaveri del governo, ha sostenuto Birn.
Belgrado tuttavia non è sola, nella guerra al momento persa contro la speculazione edilizia e l’abusivismo, che secondo ricerche di Krik e Occrp fa guadagnare 100-450 euro in più al metro quadro ai costruttori. Secondo dati del Dipartimento di Stato Usa e stime locali, si parla di decine di migliaia di costruzioni illegali o senza tutti i permessi anche in Montenegro, in Bosnia, 400mila in Albania, dove il premier ha evocato confische e demolizioni, mentre in Serbia si sarebbe superato il milione e mezzo qualche anno fa.
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