La distanza tra i partiti e il territorio

I quasi 5 milioni di abitanti del Veneto devono aspettare l’esito del voto regionale nelle Marche (1,3 milioni di votanti) per poter sapere chi sarà il candidato del centrodestra. Procrastinare le scelte fino all’ultimo trasmette la sensazione che al vertice delle preoccupazioni non ci sia il futuro di un territorio

Luca UbaldeschiLuca Ubaldeschi
La preparazione di un seggio per le elezioni
La preparazione di un seggio per le elezioni

Ciò che sembrava impossibile, alla fine è successo.

I quasi 5 milioni di abitanti del Veneto devono aspettare l’esito del voto regionale nelle Marche (1,3 milioni di votanti) per poter sapere chi sarà il candidato del centrodestra nella loro regione, ovvero con molta probabilità – considerati il peso dei partiti, la storicità del voto e i sondaggi – anche il loro prossimo presidente.

Il punto, si badi bene, non sono affatto il peso e le dimensioni delle due regioni nel sistema Paese.

Così come ci sono pochi dubbi sui motivi che hanno portato a questa situazione: prima di tutto, ragioni di equilibrio fra i partiti della maggioranza di governo, dove Fratelli d’Italia vuol essere certo che il suo esponente, Francesco Acquaroli, si confermerà alla guida delle Marche prima di ratificare l’accordo sul candidato per il Veneto, con il leghista Alberto Stefani che da tempo si scalda per scendere in campo.

Una strategia possibile proprio perché il risultato a Nord Est appare scontato.

Il nome del centrodestra per il Veneto si conoscerà dunque a circa un mese e venti giorni dal voto.

Ci sarà da correre per completare le liste a sostegno del candidato e presentare un programma per la legislatura. Certo, si dirà, le forze di centrodestra governano qui già da molti anni, non partono da zero. Ma è una giustificazione di corto respiro. 

Perché dopo la lunga stagione politica a guida di Luca Zaia siamo comunque di fronte a un cambiamento di scenario importante. E c’era tutto il tempo per arrivare preparati all’appuntamento, perché era noto che la legge avrebbe impedito a Zaia – così come ad altri leader – di essere nuovamente il nome per la presidenza.

Abbiamo invece assistito a un lunghissimo e a tratti poco edificante dibattito sul terzo mandato, che nulla ha prodotto, lasciando invece diversi interrogativi sul futuro dello stesso governatore.

Se questi sono i fatti, a noi spetta riflettere sul messaggio che ci consegnano. Un messaggio che oggi riguarda il Veneto, ma che rappresenta una lezione valida per tutte le regioni.

Procrastinare le scelte fino all’ultimo momento utile trasmette infatti la sensazione che al vertice delle preoccupazioni non ci sia realmente il futuro di un territorio e che la sventolata centralità – in questo caso del Veneto – sia più uno slogan ripetuto ad arte che un impegno concreto.

Un sospetto ancora più reale dal momento che quelle scelte vengono spesso prese a Roma, lontano da dove prendono corpo i problemi cui dare risposta.

Un elenco di urgenze ahimé piuttosto corposo: le infrastrutture, la formazione, la competitività delle imprese, la trasformazione tecnologica, la capacità di attrarre capitale umano qualificato, la Sanità.

A Nord Est queste priorità emergono con molta urgenza, considerato il peso economico di questa parte d’Italia. Pensiamo proprio alle infrastrutture, per fare un solo esempio: dalla rete autostradale a quella ferroviaria lo scollamento tra esigenze e attese è cruciale in Veneto come in Friuli Venezia Giulia.

È uno scenario complesso, nessuno lo nega, che certo non può essere risolto da un voto regionale, ma che proprio nel momento di una competizione elettorale deve invece essere affrontato, per conoscere proposte, idee, soluzioni. Ma questo richiede tempo, richiede visione e capacità di programmare.

Con un’aggravante in più, rappresentata dalla complessità della fase storica che stiamo attraversando, di fronte alla quale è proprio dalla politica che devono arrivare risposte chiare e tempestive. Per non aggiungere al suo già limitato bagaglio di credibilità il gusto amaro dell’ennesima occasione sprecata. 

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