«Un errore lo stralcio a Milano»

VICENZA. La procura di Vicenza ha trasmesso a quella di Milano una parte dell’indagine sul crac di Banca Popolare di Vicenza che riguarda il reato di ostacolo all’attività degli organi di vigilanza e cioè la Consob. E sul trasferimento di una tranche dell’inchiesta forti dubbi sollevati sul fronte politico, con l’intervento del sindaco di Vicenza Achille Variati e del consigliere regionale Pd Alessandra Moretti contro la gestione dell’inchiesta da parte della magistratura. Senza dimenticare che ora ogni esito giurisdizionale è aperto: anche quello che vedrebbe Milano assorbire tutta o gran parte dell’inchiesta su BpVi.
Lo stralcio di un capitolo dell’inchiesta riguarderebbe alcuni aumenti di capitale e la trasmissione nel capoluogo lombardo è stata decisa dal gip vicentino che in occasione di alcuni sequestri ha dichiarato l’incompetenza per questa tranche di indagine.
Al trasferimento del filone di indagine e all’apertura di un fascicolo – avrebbe gli stessi iscritti di quello vicentino – è legato l’incontro dello scorso 24 maggio dei pm di Vicenza Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori con il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco e il pm Fabio De Pasquale, responsabile del dipartimento reati economici e la collega Donata Costa. Quest’ultima, però, sarebbe incompatibile essendo lei e la sua famiglia titolari di azioni dell’istituto di credito al centro delle indagini della procura berica. Indagini sul dissesto che sono in via di chiusura con 10 indagati, compresa la stessa banca e l’ex presidente Zonin, e con molti risparmiatori rimasti vittime.
Sul fronte politico, la prima a intervenire sollevando dubbi sull’operato della magistratura è stata ieri Alessandra Moretti, consigliere regionale del Pd: «Dopo due anni di indagini, oggi veniamo a sapere che per il reato di ostacolo alla vigilanza la procura di Vicenza non è territorialmente competente. Mi chiedo come mai sia stato necessario così tanto tempo e quali possano essere le conseguenze del trasferimento del caso alla procura milanese – conclude Alessandra Moretti – in termini sia di rischio di prescrizione dei reati che di un’efficace adozione delle misure cautelari attese e più volte annunciate». Dal sindaco di Vicenza ieri è arrivata un’altra presa di posizione contro lo stralcio. «Non è una buona notizia, non è affatto una buona notizia». È la reazione di Variati.
«Credo – continua il sindaco di Vicenza che una vicenda che affonda le sue radici in questo territorio, che ha portato sofferenza a tante persone, avrebbe dovuto trovare piena definizione giudiziaria qui a Vicenza. Tutto ciò che si allontana», conclude il sindaco, «rischia di essere annacquato, ritardato, dimenticato. No, credo davvero che dovremmo fare di tutto per tenere il processo a Vicenza».
Anche la Lega è intervenuta con il capogruppo in Regione Nicola Finco: «Lo spostamento di parte dell’inchiesta su BpVi a Milano ci preoccupa e allarma. Il rischio è che i tempi si dilatino; l’ipotesi della prescrizione non vogliamo nemmeno prenderla in considerazione: significherebbe il fallimento della giustizia». In ambienti giudiziari i pareri sono molto discordi e già alcuni difensori ipotizzano che il trasferimento a Milano possa finire per attrarre tutto il fascicolo alla competenza ambrosiana.
«Il reato di ostacolo alla vigilanza», spiega uno dei legali delle difese, «non può essere visto in modo isolato. Ha senso solo se lo si collega a quello di aggiotaggio e due diversi processi, a Vicenza e Milano, rischiano di non avere senso». Il primo vaglio sarà l’eventuale applicazione delle misure di sequestro chieste dalla Procura di Vicenza, nel caso che Milano decida di reiterarle. In quella sede le parti avranno modo di intervenire per discutere della competenza territoriale. Non va dimenticato che, su basi per certi versi simili, anche l’indagine su Veneto Banca è stata trasferita a Roma.
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