Uilca sulla fusione Bpm-Banco: "Aspettiamo il piano industriale"

Giudizio positivo ma con riserva. All'indomani della presentazione della terza banca d'Italia il sindacato interviene ma non prende posizione ma denuncia "la sudditanza del nostro Paese ai voleri dei burocrati della Bce”

“In questi giorni abbiamo preferito ascoltare - dichiara il segretario generale della Uilca, Massimo Masi all'indomani dell'annuncio della fusione Banco-Bpm - piuttosto che commentare un'operazione che, da un lato va a rafforzare il sistema bancario italiano, dall'altro ha dimostrato, ancora una volta, la sudditanza del nostro Paese ai voleri dei burocrati della Bce”.
 
“Avevamo detto e scritto in tempi non sospetti – continua Masi -, che non capivamo perché due banche che erano in regola con i parametri patrimoniali richiesti dalla Bce, fondendosi avevano bisogno di un aumento di capitale".

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La redazione


“Entrando nel merito della fusione – sottolinea Masi -, il parere della Uilca sarà espresso solo al momento della presentazione del Piano Industriale. Siamo troppo vecchi del mestiere per cadere nella trappola di giudizi avventati senza conoscere i dettagli sulle reali ricadute dell'operazione sulle lavoratrici e sui lavoratori delle due banche”.
 
“Per noi il percorso inizia ora – aggiunge Masi -, in quanto vogliamo conoscere nel dettaglio il numero degli esuberi, il numero delle chiusure delle filiali, le sovrapposizioni delle sedi, vogliamo conoscere i termini della mobilità del personale, il mantenimento della professionalità acquisita dalle lavoratrici e dai lavoratori. E questo sarà solo il primo step delle trattative sindacali”.

 
“Certamente questa fusione aprirà la stagione dei grandi processi di aggregazione nel sistema bancario italiano. Sistema che ha bisogno di soggetti forti – conclude Masi -, che devono essere vicini alla realtà economica del Paese per il rilancio del nostro Paese. Ora il compito di Castagna e Saviotti sarà quello di trattare con il sindacato al fine di tranquillizzare le lavoratrici e i lavoratori e renderli partecipi di questo ambizioso progetto. Forzature, fughe in avanti non sarebbero capite e da noi contrastate. Quindi giudizio favorevole ma con tanti vedremo”.





Il Banco Popolare si sta orientando intanto per strutturare l'aumento di capitale da un miliardo di euro chiesto dalla Bce per autorizzare la fusione con la Bpm riservandone circa la metà in opzione ai propri soci e collocando l'altra metà presso investitori istituzionali. È quanto si apprende in ambienti finanziari.
 
 

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