Translink intravvede una corsa allo shopping: «Molte Pmi fanno gola»

L'Italia si è confermato uno dei mercati più importanti sul fronte delle operazioni di fusione e acquisizione, contribuendo al 14,6% del valore aggregato delle operazioni in Europa

Luigi Dell'Olio
Gerardo Dal Piva
Gerardo Dal Piva

Alla ricerca di un equilibrio tra i fondamentali solidi e il peso della congiuntura, che rischia di mettere in seria difficoltà molte aziende del territorio. È la fotografia del sistema economico nordestino che emerge dall’analisi di Gerardo Dal Piva, consulente per il Nordest di Translink, società di consulenza con uffici propri in 36 paesi nel modo e presente in Italia con sedi a Milano e a Venezia.

«Oggi il problema principale con il quale si trovano a fare i conti le imprese è il caro-energia. Il Veneto non si sottrae a questo scenario, ma può contare su una maggiore resilienza», sottolinea. Per poi fare riferimento all’ipotesi che Intel scelga questa regione per la sua gigafactory da 4,5 miliardi di investimenti e circa 5mila posti di lavoro - tra diretti e indotto - attesi. «Un’opportunità unica anche perché consentirebbe di creare una Silicon Valley italiana dando spazio alle startup e alle altre società innovative del mondo digitale».

Il vero punto di forza del Veneto, aggiunge, è il suo tessuto manifatturiero, che vede una forte integrazione tra diverse realtà, «capaci di dar vita a un sistema virtuoso, mantenendo al contempo una capacità produttiva efficiente e senza appesantire le singole strutture», sottolinea Dal Piva. «Nel tempo le piccole e medie realtà si sono specializzate e hanno assunto un ruolo di fornitori di retailer sviluppando prodotti su misura e non mass market. Insomma, parliamo di prodotti customizzati che fanno gola anche alle grandi realtà europee».

Un esempio? Il consulente cita il caso di Trumpf Group, tra i principali produttori mondiali di impianti per la lavorazione flessibile di lamiere e tubi, che, lo scorso anno ha acquisito una quota di minoranza in Starmatik, realtà trevigiana che si occupa di automazione industriale. «Grazie al deal, Starmatik ha così avuto accesso ad una rete di globale con ottimi risultati anche sul fronte dell’export». Anche quest’anno l'Italia si è confermato uno dei mercati più importanti sul fronte delle operazioni di fusione e acquisizione, contribuendo al 14,6% del valore aggregato delle operazioni in Europa. «Negli ultimi due anni abbiamo assistito una decina di imprese del Nord in operazioni di acquisizione e cessione di capitale, per un valore di oltre 200 milioni di euro». Le difficoltà congiunturali promettono di accelerare questo processo.

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