Superbonus, allarme Ance: «Aziende in difficoltà, governo poco credibile»

Presentato il Rapporto sugli scenari regionali. Il presidente Gerotto: «In Veneto parliamo di un miliardo di crediti incagliati»

Elvira Scigliano
L'impalcatura su una facciata di un edificio a Napoli ristrutturata con i benefici fiscali del superbonus, 22 ottobre 2021. ANSA / CIRO FUSCO
L'impalcatura su una facciata di un edificio a Napoli ristrutturata con i benefici fiscali del superbonus, 22 ottobre 2021. ANSA / CIRO FUSCO

«Con il crollo del Superbonus la tenuta è garantita dagli investimenti del Pnrr che dureranno fino al 2026. Quello che succederà dopo nessuno lo sa. Il post Superbonus ha lasciato il nostro territorio come una terra dopo un bombardamento: aziende che non sanno come pagare i dipendenti, come pagare i fornitori, il rapporto con le banche congelato e tanta paura di non riuscire a rivedere lo splendore degli ultimi quattro anni». Sono parole senza sconti quelle del presidente di Ance Veneto Alessandro Gerotto. «Dobbiamo lavorare duramente per creare quella forma di ponte tra imprese ed istituzioni e far capire le nostre necessità con i numeri perché raccontano la verità. Il futuro è difficile soprattutto perché non è più credibile l’interlocutore, che cambia le regole in corso d’opera e, soprattutto, fa delle modifiche normative retroattive. Al governo chiediamo poche regole ma serie, comprensibili e condivise con gli enti intermedi che davvero sanno come si lava».

Il commento del presidente Gerotto accompagna i dati che Ance Veneto ha reso pubblici ieri mattina. Il rapporto “Scenari regionali dell’edilizia: Veneto”, redatto dal Centro studi Ance e presentato dal direttore, Flavio Monosilio, racconta di un 2023 con il segno positivo per gli investimenti nelle costruzioni, con una crescita pari al +5,4%, trainata sia dal mercato privato, con il Superbonus ancora protagonista (solo nel 2023 oltre 11 mila interventi per 3,8 miliardi di investimento), che dal settore dei lavori pubblici, spinto dagli investimenti degli enti locali (+18% rispetto al 2022) per la realizzazione delle opere finanziate dal Pnrr e dai Fondi strutturali europei.

Il 2024 si preannuncia meno positivo, invece, con una inversione del trend rappresentato da una contrazione degli investimenti pari al 7,2%, determinata dal drastico calo delle ristrutturazioni e degli interventi sul patrimonio abitativo esistente a causa della fine del Superbonus nella sua veste originaria e degli interventi del Governo sulla cessione del credito. «In Veneto», spiega Gerotto, «parliamo di un miliardo di crediti incagliati. Siamo stati una delle regioni più prolifiche, ma adesso abbiamo circa tremila cantieri incompleti che non si sa quanto potranno ripartire: in Veneto il Superbonus è stato utilizzato da circa 60 mila cantieri e la stima dell’Ance è che il 5,6% sono diventati cantieri a rischio, ovvero circa 3.300 lavori. Sono bloccati principalmente per il cambio in corso d’opera delle normative. Il governo si è rimangiato tutto quello che aveva promesso nei tavoli di discussione. Le imprese che hanno investito e ci hanno creduto non sanno cosa fare».

Sono oltre 48 mila le imprese operanti nel settore edile, hanno 2,7 addetti per impresa e un fatturato che non supera i 200 mila euro nel 70% dei casi. Una vera e propria polverizzazione del tessuto imprenditoriale del comparto e un elemento che mette a rischio una reale evoluzione delle imprese verso la sostenibilità e l’innovazione tecnologica. Insieme a Gerotto hanno discusso del report il vicepresidente Ance Piero Petrucco e il direttore della Direzione lavori pubblici ed edilizia del Veneto Marco Dorigo.

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