Sui siti di stoccaggio Edison, nuova offerta di Ascopiave

Da quanto filtra la multiutility dovrebbe presentare un’offerta identica come struttura che sarà però più elevata nella parte cash e metterà sul piatto anche le sue attività legate all’energia rinnovabile
R.p.

Il dossier sui siti di stoccaggio Edison dovrebbe arrivare ad un punto di svolta. Oggi è il termine ultimo per la presentazione delle nuove offerte non vincolanti che riguardano il parco di impianti messi in vendita dal gruppo energetico.

Come noto sul dossier sono in fase avanzata sia Ascopiave che Snam. Entrambi avevano proposto nell’ultima tornata di offerte una parte cash e una in asset. Ma da quel che risulta il gruppo energetico controllato dai francesi di Edf avrebbe chiesto di alzare la parte in contanti.

La valutazione dei tre siti di Collalto (in provincia di Treviso), Cellino (in provincia di Teramo) e San Potito e Cotignola (Ravenna) sarebbe attorno ai 700 milioni di euro. Una richiesta che, secondo alcune fonti, avrebbe multipli troppo elevati considerando che le attività in questione hanno generato 100 milioni di ricavi e un Ebitda di 50 milioni. A quei valori significa una valutazione degli asset pari a 14 volte l’Ebitda (il margine operativo lordo). Multipli notevoli se si considera che lo stoccaggio del gas è un’attività regolata.

Ora Ascopiave, da quanto filtra, dovrebbe presentare un’offerta identica come struttura che sarà però più elevata nella parte cash e metterà sul piatto anche le sue attività legate all’energia rinnovabile.

Si tratterebbe in tutto dell’offerta di 27 centrali idroelettriche e di 2 parchi eolici per una potenza complessiva di potenza 85 megawatt. Si ricorda che la utility di Pieve di Soligo guidata da Nicola Cecconato ha ancora a disposizione circa 230 milioni rinvenibili dall’esercizio della put option su EstEnergy, joint venture con Gruppo Hera.

Quella di Snam dovrebbe invece essere un’offerta tutta in contanti, rispetto all’ipotesi inizialmente circolata che l’avrebbe vista pronta ad una proposta mista fra contanti e gli asset del biogas.

Sullo sfondo resta aperta anche la questione dell’Antitrust. In realtà Snam già tiene la maggioranza assoluta del mercato con il 93% degli stoccaggi, Edison ha il 6%, Italgas l’1%. In questo caso, tuttavia per l’Authority non cambierebbe di molto la situazione, avendo di fatto già Snam la quasi totalità del mercato. Nel caso si verificasse quest’ultima ipotesi si vedrà cosa farà Ascopiave.

Il processo di vendita dei siti di stoccaggio è stato avviato da Edison nell'autunno passato e viene gestito dagli advisor Banca Imi e Lazard. Una selezione iniziale di offerte è avvenuta a fine dello scorso anno, eliminando i potenziali acquirenti esteri a causa dell'importanza strategica degli asset e della possibilità del governo italiano di esercitare il golden power. Di conseguenza, sono rimasti in corsa per l’appunto soltanto i gruppi italiani Snam e Ascopiave.

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