Popolare di Vicenza: arriva il "premio fedeltà" ai soci

Un'azione ogni cinque acquistate nel 2013. Basta non averne mai perso la titolarità (ovvero non averle vendute) per due anni. Due nomine nel board al posto di Zonin e Zigliotto: entrano gli avvocati Grazia Bonante e Roberto Cappelli.

VICENZA. E' arrivato via lettera il regalo di Natale dalla Banca Popolare di Vicenza ai soci. La lettera è firmata Francesco Iorio e va a premiare gli azionisti che per due anni non hanno venduto azioni sottoscritte con l'aumento di capitale offerto dalla Popolare di Vicenza dal 12 giugno 2013 al 9 agosto 2013. Si legge: “L'aumento di capitale prevede un premio fedeltà consistente nell'assegnazione, senza ulteriori esborsi, di una nuova azione ogni 5 sottoscritte in occasione dell'aumento”.

Le lettere stanno arrivando in questi giorni a diversi azionisti. Nel 2013 la banca ha sostenuto un aumento di capitale per 253 milioni di euro con la contestuale emissione di un prestito obbligazionario convertibile 2013/2018 con facoltà di rimborso in azioni per massimi 253 milioni. Le azioni erano state offerte al prezzo di 62,5 euro. Di questi 58,75 euro erano il sovrapprezzo considerando che il valore nominale vale 3 euro.

Il 22 dicembre si è svolto in Banca il consueto Cda. L'ultimo prima della pausa estiva. All'ordine del giorno la nomina di due nuovi consiglieri del board a sostituzione di Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto entrambi indagati e dimissionari. Entrano dunque per cooptazione Grazia Bonante e Roberto Cappelli. L’avvocato Grazia Bonante è Counsel presso lo Studio Legale Freshfields Bruckhaus Deringer LLP di Roma. Roberto Cappelli è partner dello Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners.

L'effetto assemblea Veneto Banca intanto serpeggia tra le filiali: “Dei tanti comitati e tanti avvocati che si sono mossi, abbiamo visto una scarsa reazione in assemblea – sottolineano i sindacati vicentini – alla fine è prevalsa la ragione rispetto al sentimento. D'altronde, rischiava di chiudere la Banca senza il passaggio a Spa, aumento e quotazione”.

A Vicenza, nonostante lo strappo della Uilca, le altre sigle si dichiarano fiduciose di poter arrivare in tempi brevi a un accordo sul piano industriale. “Non è uno stop alla trattativa ma un rimando al 19 gennaio” spiegano dalla First Cisl il cui obiettivo ora è arrivare a delle forme di tutela scritta per i dipendenti che si sono trovati a vendere azioni allo sportello. “E' prioritario trovare uno strumento, una formulazione, qualcosa per superare questa fase di aggressione da parte della clientela in parte anche giustificata nella vendita di azioni – spiega il sindacalista Paolo Ghezzi della Cisl - una tutela civilistica verso chi ha venduto o collocato azioni”.

 

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